Merendopoli: il gioco da tavolo sul Mostro di Firenze scatena polemiche e richiama il dark tourism

In occasione delle prossime festività natalizie, un nuovo gioco da tavolo chiamato "Merendopoli" è stato lanciato sul web, ispirato ai processi dei cosiddetti "compagni di merende" e ai delitti del Mostro di Firenze. Attualmente, il gioco è disponibile per l'acquisto esclusivamente attraverso la pagina Instagram dedicata. Questa iniziativa ha suscitato interesse tra gli appassionati di giochi da tavolo e di dark humor, ma ha anche sollevato critiche da parte di chi ritiene inappropriato trattare temi così delicati in forma ludica.

"Merendopoli" consente a un massimo di sei giocatori, con un'età consigliata superiore ai 14 anni, di rivivere in modo goliardico le vicende giudiziarie legate ai delitti che hanno sconvolto la Toscana e l'Italia tra il 1968 e il 1985. Il gioco include elementi come banconote e carte "imprevisto" che riportano i volti di figure chiave della vicenda, tra cui Pietro Pacciani, Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Fernando Pucci. Sono presenti anche rappresentazioni di personaggi come il pubblico ministero Paolo Canessa e l'avvocato Nino Filastò. La confezione del gioco invita i partecipanti a "rivivere insieme ai vostri amici la vicenda giudiziaria che ha sconvolto l'Italia per quasi 20 anni e mai del tutto risolta", suggerendo di "aggiudicarsi le piazzole, sistemare i propri appostamenti, evitare di pagare troppe spese legali e danni morali, ma soprattutto stare lontani dal carcere di Sollicciano".

merendopoli gioco

L'avvocato Vieri Adriani, che ha rappresentato i parenti di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, l'ultima coppia vittima del Mostro di Firenze nel settembre 1985 a Scopeti di San Casciano, ha espresso forte disapprovazione per l'iniziativa. In un'intervista all'Adnkronos, Adriani ha definito il gioco "una trovata deplorevole", sottolineando come sia inappropriato trasformare in intrattenimento eventi tragici che hanno causato la morte di giovani con tutta la vita davanti. Ha paragonato la creazione di un gioco sul Mostro di Firenze a quella di un gioco sulla strage di Bologna, evidenziando la mancanza di educazione e buon gusto in tali iniziative.

Nonostante le critiche, Adriani ha riconosciuto che probabilmente non ci saranno azioni legali contro "Merendopoli", poiché molte delle famiglie delle vittime si sono ormai estinte o desiderano solo dimenticare. Ha inoltre evidenziato come, negli ultimi anni, si sia sviluppato un fenomeno di "dark tourism" attorno ai delitti del Mostro di Firenze, con gruppi di persone che visitano i luoghi dei delitti e partecipano a discussioni sul caso. Adriani ha espresso preoccupazione per queste attività, ritenendo che contribuiscano a una spettacolarizzazione inappropriata di eventi tragici.

Riguardo alla possibilità di scoprire la verità sui delitti, Adriani si è mostrato pessimista, affermando che probabilmente non sarà mai conosciuta. Ha criticato la gestione delle indagini da parte della magistratura fiorentina, citando episodi come la perdita di fotogrammi cruciali e la mancata acquisizione di relazioni importanti. Ha inoltre menzionato l'opportunità mancata nel 2013 di approfondire le indagini su Giampiero Vigilanti, un sospettato poi deceduto senza che fossero state condotte ulteriori investigazioni. Nonostante l'impegno del pubblico ministero Canessa, Adriani ritiene che, dopo il suo pensionamento, le indagini abbiano subito un arresto, lasciando molte domande senza risposta.

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