Depistaggio Borsellino: la difesa dei poliziotti respinge le accuse

Nel corso dell'udienza preliminare presso il Tribunale di Caltanissetta, i legali dei quattro poliziotti accusati di depistaggio nelle indagini sulla strage di via D'Amelio hanno sostenuto con fermezza l'innocenza dei loro assistiti. Gli imputati, Vincenzo Maniscaldi, Giuseppe Di Gangi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, tutti ex membri del Gruppo investigativo "Falcone e Borsellino", sono accusati di aver reso false dichiarazioni durante il processo precedente sul presunto depistaggio delle indagini relative all'attentato che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta.

L'avvocata Maria Giambra, difensore di Zerilli e Tedesco, ha affermato che "non possiamo parlare di depistaggio su vicende già depistate". Secondo la legale, il presunto depistaggio si sarebbe verificato all'epoca delle indagini originali, e i suoi assistiti, all'epoca giovani agenti, non avrebbero avuto ruoli tali da influenzare le indagini. Giambra ha sottolineato che Zerilli e Tedesco erano "l'ultimo chiodo della ruota di un carro che muove qualcun altro", evidenziando la loro posizione subordinata all'interno della struttura investigativa.

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L'avvocato Giuseppe Panepinto, rappresentante di Maniscaldi, ha dichiarato che "è documentalmente provato che quanto dichiarato dall'ispettore Vincenzo Maniscaldi è sempre stato vero". Ha aggiunto che non vi sarebbe alcuna falsa dichiarazione nelle annotazioni del suo assistito e che le sue testimonianze miravano a ricostruire la verità. Panepinto ha inoltre affermato che, se un depistaggio c'è stato, sarebbe da attribuire a Vincenzo Scarantino, il falso pentito le cui dichiarazioni portarono alla condanna di innocenti.

L'avvocato Giuseppe Seminara, difensore di Di Gangi, ha descritto il suo assistito come un "servitore dello Stato" con una carriera impeccabile di 40 anni. Ha ricordato che Di Gangi era già stato indagato per gli stessi fatti e che l'indagine si era conclusa con una richiesta di archiviazione perché il fatto non sussiste. Seminara ha contestato le accuse relative a un presunto episodio a San Bartolomeo al Mare, dove Scarantino avrebbe affermato di essere stato minacciato con una pistola da Di Gangi, dichiarazione sempre smentita dall'ispettore.

Il pubblico ministero Maurizio Bonaccorso ha accusato gli imputati di "malafede, reticenze e false dichiarazioni", sostenendo che le loro testimonianze, caratterizzate da numerosi "non ricordo", avrebbero ostacolato la ricerca della verità. In particolare, l'attenzione si è concentrata su una relazione di servizio firmata da Zerilli dopo alcuni sopralluoghi con Scarantino, documento ritrovato solo dopo 30 anni e mai presentato nei processi precedenti.

La decisione finale spetta ora al giudice per l'udienza preliminare, David Salvucci, che dovrà stabilire se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio o pronunciare un non luogo a procedere per i quattro poliziotti. La sentenza è attesa per venerdì 15 novembre.

Meloni ricorda Borsellino e la scorta: Lotta alla mafia priorità assoluta -   Ricordiamo con rispetto e commozione il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano e Claudio Traina, che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro la mafia.L’Italia non dimentica conclude  Politica - "Oggi ricorre il 32esimo anniversario della strage di via D'Amelio, un giorno che ha segnato profondamente la nostra Nazione.

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