Turisti israeliani respinti da hotel a Belluno: accuse di genocidio
Un recente episodio a Selva di Cadore, in provincia di Belluno, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla discriminazione nei confronti di turisti israeliani. Un gruppo di cittadini israeliani aveva prenotato un soggiorno presso l'Hotel Garni Ongaro tramite il portale Booking.com. In risposta, il gestore dell'hotel ha comunicato che, "in quanto responsabili di genocidio, non sono clienti ben accetti". Ha inoltre offerto la cancellazione gratuita della prenotazione.
Questo incidente segue un episodio simile avvenuto a luglio a San Vito di Cadore, dove una famiglia israeliana si è vista rifiutare una prenotazione con un messaggio offensivo. In quel caso, il gestore di una casa vacanze aveva risposto con la frase "potete restare nei forni a gas", suscitando indignazione e portando a indagini da parte delle autorità.
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso profonda preoccupazione per l'accaduto, definendolo "inaccettabile" e sottolineando che "il Veneto deve garantire le porte aperte a tutti". Ha ribadito l'importanza di un'offerta turistica inclusiva e rispettosa di tutte le identità.
Anche Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, ha condannato l'episodio, affermando che non si devono confondere i popoli con le azioni dei loro governi. Ha ricordato l'incontro con Shimon Peres, ex presidente israeliano, come esempio di impegno per la pace e la coesistenza.
Andrea Martella, segretario del Partito Democratico Veneto, ha definito il rifiuto dell'hotel come una "manifestazione da manuale di razzismo", esprimendo preoccupazione per il crescente clima di intolleranza. Ha sottolineato che le Dolomiti e il Veneto sono terre di accoglienza e apertura.
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