Strage di via D'Amelio: rinviati a giudizio quattro poliziotti per depistaggio
Il 15 novembre 2024, il Gup del Tribunale di Caltanissetta, David Salvucci, ha disposto il rinvio a giudizio per quattro ex poliziotti accusati di aver reso false dichiarazioni durante le loro testimonianze nel processo sul depistaggio delle indagini relative alla strage di via D'Amelio. Gli imputati, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, tutti ex membri del Gruppo investigativo "Falcone e Borsellino", sono accusati di aver mentito al processo che aveva portato alla prescrizione del reato di calunnia per tre colleghi poliziotti.
Durante l'udienza preliminare, il pubblico ministero Maurizio Bonaccorso ha sottolineato la "malafede, reticenze e false dichiarazioni" degli imputati, evidenziando come le loro testimonianze fossero caratterizzate da numerosi "non ricordo" e da omissioni su aspetti cruciali delle indagini. In particolare, è stata messa in discussione una relazione di servizio redatta da Maurizio Zerilli, trovata solo un anno fa, che avrebbe potuto fornire elementi significativi per le indagini.
Le difese degli imputati hanno respinto le accuse, sostenendo che i loro assistiti non avessero mai depistato le indagini e che le loro dichiarazioni fossero veritiere. L'avvocato Maria Giambra, difensore di Zerilli e Tedesco, ha affermato che "non hanno mai depistato", sottolineando che i poliziotti del Gruppo investigativo "Falcone e Borsellino" erano "l'ultimo chiodo della ruota di un carro che muove qualcun altro".
Il processo si svolgerà nei prossimi mesi, con l'obiettivo di accertare le responsabilità degli imputati nel presunto depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio, in cui il 19 luglio 1992 furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.
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