Senza cittadinanza: la storia di Suada Hadzovic, 32 anni, 'prigioniera' in Italia
Suada Hadzovic, nata il 21 ottobre 1992 ad Albano Laziale da genitori serbi anch'essi nati in Italia, si trova a 32 anni senza cittadinanza né documenti validi per l'espatrio. La sua vicenda evidenzia le complessità burocratiche italiane riguardanti la cittadinanza e l'identità nazionale.
Dopo la morte del padre nel 2000, Suada è stata affidata a diverse case famiglia, tra cui la Comunità 21 marzo di Terracina e la Comunità Domus Bernadette a Roma. Al compimento dei 18 anni, avrebbe avuto diritto alla cittadinanza italiana presentando una dichiarazione di volontà all'Ufficio di Stato Civile del Comune di Roma. Tuttavia, il Comune non ha inviato la comunicazione nei sei mesi precedenti, come previsto dall'articolo 33 della legge 98/2013, e la tutrice legale non l'ha informata di questa possibilità. Di conseguenza, al compimento dei 19 anni, ha perso il diritto alla cittadinanza.
Nel 2010, Suada ha ottenuto il suo primo permesso di soggiorno, nel quale è stata erroneamente indicata come cittadina serba, deducendolo dalle origini dei genitori. Tuttavia, l'Ambasciata serba in Italia ha dichiarato ufficialmente che Suada non è cittadina serba, poiché non ha mai messo piede in Serbia ed è vissuta in Italia fin dalla nascita. Di conseguenza, Suada non è cittadina né italiana né serba.
Attualmente, Suada è priva di passaporto e la sua carta d'identità riporta la dicitura "non valida per l'espatrio". Nonostante vari tentativi legali, inclusa la richiesta di cittadinanza per residenza e la richiesta dello status di apolide, tutte le istanze si sono infrante su sentenze di tribunale che non hanno risolto il problema. Suada si trova quindi "prigioniera" in un paese in cui è nata e vive da sempre, senza riconoscimento ufficiale della sua cittadinanza.