Israele offre una ricompensa di cinque milioni di dollari per ogni ostaggio liberato

Il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato una ricompensa di cinque milioni di dollari per ciascuno degli ostaggi ancora detenuti a Gaza dal 7 ottobre 2023. In un video diffuso durante una visita nel corridoio di Netzarim, nella Striscia di Gaza, Netanyahu ha dichiarato: "Chiunque riporterà un ostaggio troverà un modo sicuro per lui e la sua famiglia di uscire da Gaza. Daremo anche una ricompensa di cinque milioni di dollari per ogni ostaggio".

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Questa iniziativa mira a incentivare la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, sottolineando l'impegno di Israele nel garantire la sicurezza dei propri cittadini. Netanyahu ha avvertito che chiunque danneggi gli ostaggi affronterà gravi conseguenze, mentre coloro che contribuiranno al loro rilascio avranno un passaggio sicuro per sé e le loro famiglie.

Secondo le autorità israeliane, circa 101 ostaggi sono ancora detenuti a Gaza. La maggior parte di loro è stata rapita durante l'attacco del 7 ottobre 2023, che ha visto il rapimento di circa 250 persone. Molti ostaggi sono stati liberati attraverso negoziati o operazioni militari, ma un numero significativo rimane ancora nelle mani di Hamas.

Le famiglie degli ostaggi hanno espresso preoccupazione per la sicurezza dei loro cari e hanno chiesto un accordo urgente per il loro rilascio prima dell'arrivo dell'inverno. In un incontro con Papa Francesco, cinque ex prigionieri israeliani hanno sottolineato l'urgenza di trovare una soluzione per riportare a casa gli ostaggi ancora detenuti a Gaza.

Israele ha intensificato gli sforzi per localizzare e liberare gli ostaggi, offrendo incentivi finanziari e garantendo passaggi sicuri per coloro che contribuiscono al loro rilascio.

Israele e Hamas: accordo per cessate il fuoco e scambio di prigionieri imminente - Un leader di Hamas, sotto anonimato, ha dichiarato al giornale saudita 'Asharq News' che un accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri con Israele è "più vicino che mai", a condizione che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non ostacoli l'intesa.

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