Sciopero nazionale di medici e infermieri il 20 novembre: servizi sanitari a rischio
Oggi, 20 novembre 2024, medici, infermieri e personale sanitario in tutta Italia hanno indetto uno sciopero nazionale di 24 ore per protestare contro la manovra finanziaria 2025 e per rivendicare maggiore dignità e valore per le loro professioni. La mobilitazione è stata promossa dai sindacati di categoria Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, che hanno organizzato una manifestazione nazionale a Roma, in Piazza Santi Apostoli, dalle 12 alle 14.
Lo sciopero coinvolge medici, dirigenti sanitari, tecnici e amministrativi con contratto a tempo determinato o indeterminato presso aziende ed enti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), inclusi IRCCS, IZS, ARPA, nonché dipendenti di strutture private o religiose convenzionate o accreditate con il SSN. Secondo Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao-Assomed, circa 50.000 professionisti potrebbero aderire allo sciopero, mentre circa il 20-25% del personale delle aziende sanitarie, stimato in 30.000 medici, non potrà partecipare a causa di obblighi di servizio.
I sindacati hanno espresso preoccupazione per lo stato attuale del Servizio Sanitario Nazionale e delle condizioni lavorative dei professionisti sanitari, sottolineando la necessità di alzare la voce per essere ascoltati, poiché la tutela della salute dei cittadini dipende dal loro operato.
Le principali motivazioni alla base dello sciopero includono:
1. Finanziamenti insufficienti per i contratti di lavoro, compresi quelli dell'ospedalità privata.
2. Mancata detassazione di una parte della retribuzione.
3. Mancata attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell’atto medico e sanitario.
4. Incremento esiguo e intempestivo dell’indennità di specificità infermieristica, senza estensione alle ostetriche.
5. Assenza di risorse per l’immediata assunzione di personale.
6. Mancata introduzione di norme per l'attivazione di presidi di pubblica sicurezza negli ospedali, al fine di garantire la sicurezza del personale.
7. Mancata riforma delle cure ospedaliere e territoriali.
8. Mancata contrattualizzazione degli specializzandi di area medica e sanitaria e mancata previsione di retribuzione per quelli di area non medica.
9. Mancato inserimento delle professioni assistenziali tra quelle a carattere usurante, con relativa ammissione ai benefici di legge.
10. Mancata sospensione dell’attuazione dell’Accordo Stato-Regioni sulla figura dell’assistente infermiere.
11. Mancata abolizione del vincolo di esclusività per infermieri e professionisti sanitari previsto dalla legge 43 del 2006.
I sindacati sottolineano che non è solo una questione di finanziamenti insufficienti o di mancato rispetto dei contratti, ma anche di ridare dignità e valore al lavoro dei professionisti sanitari. La fuga di giovani professionisti all'estero e la difficoltà nel reperire personale disposto a lavorare negli ospedali italiani sono sintomatiche di condizioni lavorative non più accettabili.
Si stima che lo sciopero possa causare la sospensione di circa 1,2 milioni di prestazioni sanitarie, tra cui:
- Esami di laboratorio.
- Interventi chirurgici programmati (circa 15.000).
- Visite specialistiche (circa 100.000).
- Servizi assistenziali.
- Prestazioni infermieristiche e ostetriche, anche a domicilio.
- Esami radiografici (circa 50.000).
Nonostante lo sciopero, saranno comunque garantite tutte le prestazioni d'urgenza.
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