Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti chiede la vendita del browser Chrome per contrastare il monopolio di Google
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DoJ) ha presentato una richiesta a un giudice federale per obbligare Alphabet Inc., la società madre di Google, a vendere il browser web Chrome. Questa mossa mira a contrastare il monopolio di Google nel mercato delle ricerche online e a promuovere una maggiore concorrenza nel settore.
Secondo il DoJ, Google ha mantenuto una posizione dominante nel mercato delle ricerche online attraverso pratiche anticoncorrenziali, tra cui accordi esclusivi che rendono il suo motore di ricerca l'opzione predefinita su vari dispositivi e browser. La vendita di Chrome è vista come una misura necessaria per impedire a Google di utilizzare il browser come strumento per consolidare ulteriormente il suo monopolio.

Oltre alla vendita di Chrome, il Dipartimento di Giustizia propone restrizioni sull'uso del sistema operativo Android da parte di Google, per evitare che favorisca il proprio motore di ricerca a discapito dei concorrenti. Inoltre, si suggerisce di vietare a Google di stipulare accordi esclusivi che precludono l'accesso di altri motori di ricerca ai canali di distribuzione.
Queste proposte seguono una sentenza emessa ad agosto dal giudice distrettuale Amit Mehta, che ha stabilito che Google ha mantenuto illegalmente un monopolio nel mercato delle ricerche online. Il DoJ ha presentato un documento di 23 pagine in cui dettaglia le misure raccomandate per ripristinare la concorrenza nel settore.
Google ha risposto criticando le proposte del Dipartimento di Giustizia, definendole "radicali" e sostenendo che potrebbero danneggiare i consumatori e l'innovazione tecnologica. Kent Walker, Chief Legal Officer di Google, ha dichiarato che tali misure potrebbero compromettere la privacy degli utenti e ostacolare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
Le udienze per discutere le proposte del DoJ sono programmate per aprile 2025, con una decisione finale attesa entro agosto dello stesso anno. Google ha già annunciato l'intenzione di appellarsi a qualsiasi decisione sfavorevole, il che potrebbe prolungare ulteriormente il processo legale.
Questo è uno dei più significativi interventi antitrust contro una grande azienda tecnologica negli ultimi decenni e potrebbe avere implicazioni di vasta portata per l'industria tecnologica globale. La decisione finale potrebbe influenzare non solo Google, ma anche altre grandi aziende tecnologiche in termini di pratiche commerciali e regolamentazione antitrust.
Google raggiunge un accordo con il Fisco italiano: versati 326 milioni di euro per imposte non dichiarate - Google ha concluso un contenzioso tributario con l'Agenzia delle Entrate italiana, versando 326 milioni di euro per imposte non dichiarate, sanzioni e interessi. La Procura di Milano ha quindi richiesto l'archiviazione del procedimento nei confronti di Google Ireland Limited.
TikTok torna disponibile negli store Apple e Google negli Stati Uniti - TikTok è nuovamente accessibile per il download negli Stati Uniti attraverso l'App Store di Apple e il Play Store di Google, dopo essere stato rimosso il 19 gennaio 2025 a causa di una legge che imponeva alla società madre cinese, ByteDance, di vendere l'applicazione o affrontare un divieto per motivi di sicurezza nazionale.
Dazi USA: la Cina risponde con tariffe su carbone e gas, avviata indagine su Google - In risposta ai dazi del 10% imposti dagli Stati Uniti su tutte le importazioni cinesi, la Cina ha annunciato una serie di contromisure che entreranno in vigore il 10 febbraio. Queste includono tariffe del 15% su carbone e gas naturale liquefatto (GNL) statunitensi, oltre a un dazio del 10% su petrolio, attrezzature agricole e alcune automobili provenienti dagli USA.