Omicidio di Giulia Tramontano: dalla scomparsa alla sentenza di Alessandro Impagnatiello
Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre 2024, è attesa la sentenza nel processo contro Alessandro Impagnatiello, accusato dell'omicidio della compagna Giulia Tramontano, 29 anni, incinta al settimo mese. Il caso ha scosso profondamente l'opinione pubblica italiana.
La scomparsa di Giulia Tramontano
La sera del 27 maggio 2023, Giulia Tramontano scompare dalla sua abitazione di Senago, alle porte di Milano. Il compagno, Alessandro Impagnatiello, denuncia la scomparsa il giorno successivo, riferendo di una lite avvenuta la sera precedente e sostenendo che Giulia si fosse allontanata volontariamente. Tuttavia, le sue dichiarazioni destano sospetti negli inquirenti.
Le indagini e la confessione
Le indagini si concentrano su Impagnatiello, soprattutto dopo il ritrovamento di tracce di sangue nella sua auto. Il 1º giugno 2023, l'uomo confessa l'omicidio, indicando il luogo in cui ha nascosto il corpo di Giulia: un anfratto vicino ad alcuni box auto, a circa 700 metri dalla loro abitazione. L'autopsia rivela che Giulia è stata colpita con 37 coltellate. Impagnatiello ha tentato di bruciare il corpo in due occasioni e ha cercato di inscenare una scomparsa volontaria.
Il processo e la perizia psichiatrica
Il processo inizia il 18 gennaio 2024 presso la Corte d'Assise di Milano. Durante le udienze, emergono dettagli agghiaccianti: Impagnatiello avrebbe somministrato veleno per topi a Giulia già dal dicembre 2022, nel tentativo di provocarle un aborto. Una perizia psichiatrica, disposta dai giudici, stabilisce che l'imputato era capace di intendere e di volere al momento del delitto.
Le richieste dell'accusa e della difesa
L'accusa, rappresentata dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, chiede la condanna all'ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno, sottolineando la premeditazione e la crudeltà del gesto. La difesa, invece, rappresentata dalle avvocate Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia, punta a ottenere una pena più lieve, contestando alcune aggravanti.
Attesa per la sentenza
Dopo 14 udienze, la Corte d'Assise di Milano è chiamata a pronunciarsi su uno dei casi di femminicidio più efferati degli ultimi anni. La sentenza, attesa per oggi, 25 novembre 2024, potrebbe rappresentare un momento cruciale nella lotta contro la violenza sulle donne in Italia.
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