M5S: Toninelli e Borrè criticano la Costituente e prevedono azioni legali
Danilo Toninelli, ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e membro del Collegio dei probiviri del Movimento 5 Stelle, ha espresso forti critiche riguardo all'Assemblea costituente che ha deciso di eliminare la figura del garante, Beppe Grillo. In un'intervista a Radio Cusano Campus, ripostata sul suo profilo Facebook, Toninelli ha affermato che i risultati dell'assemblea sono stati manipolati, sostenendo che il numero degli iscritti è stato ridotto da 170.000 a 90.000 per garantire una maggioranza favorevole alla cancellazione di Grillo. Ha inoltre sottolineato l'ironia di esultare per l'eliminazione del fondatore del Movimento, senza il quale molti degli attuali membri non sarebbero presenti.
Toninelli ha previsto che Grillo intraprenderà azioni legali per difendere i propri diritti, inclusa la proprietà del simbolo del Movimento. Ha invitato gli iscritti delusi a non disiscriversi, poiché la loro partecipazione alle future votazioni potrebbe essere cruciale per il raggiungimento del quorum necessario. Ha inoltre suggerito che, in caso di impugnazione, Conte potrebbe essere costretto a fondare un nuovo partito, separandosi definitivamente dal Movimento 5 Stelle.
L'avvocato Lorenzo Borrè, noto per la sua difesa dei 'dissidenti' pentastellati, ha evidenziato le possibili azioni legali che Grillo potrebbe intraprendere. Borrè ha sottolineato che Grillo ha a disposizione strumenti giuridici significativi per contestare le decisioni dell'Assemblea costituente. In particolare, potrebbe riattivare la procedura di impugnazione dello Statuto del 2022, sostenendo che ci siano vizi di approvazione tali da invalidare le modifiche apportate, inclusa l'elezione di Conte come presidente. Se questa mossa avesse successo, potrebbe portare all'eliminazione della figura di Conte, lasciando Grillo come unico leader riconosciuto.
Borrè ha anche osservato che l'Assemblea costituente ha solo consultato gli iscritti, ma le modifiche proposte devono ancora essere formalizzate in un nuovo Statuto e sottoposte a una seconda votazione, che richiede il raggiungimento del quorum del 50% più uno degli iscritti. Se non si dovesse raggiungere il quorum al primo tentativo, Grillo potrebbe chiedere una nuova votazione, mettendo la base di fronte allo stesso bivio e rendendo il raggiungimento del quorum ancora più difficile.
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