Rigopiano: sentenza Cassazione rinviata al 3 dicembre, chiesto nuovo processo per sei dirigenti
La Corte di Cassazione ha posticipato al 3 dicembre la sentenza riguardante la tragedia dell'Hotel Rigopiano, dove il 18 gennaio 2017 una valanga travolse l'albergo causando la morte di 29 persone. Dopo due giorni di udienze, il presidente della sesta sezione penale, Giorgio Fidelbo, ha comunicato alle parti il rinvio della Camera di Consiglio.
Nella giornata precedente, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Riccardi, ha richiesto l'annullamento delle assoluzioni per sei dirigenti della Regione Abruzzo in carica all'epoca dei fatti. Per l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, già condannato a un anno e otto mesi per rifiuto di atti d'ufficio e falso, il procuratore ha sollecitato un nuovo processo d'appello per esaminare anche le accuse di concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio, da cui era stato precedentemente assolto.
È stata inoltre proposta la conferma delle condanne per i dirigenti provinciali Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, per l'ex gestore dell'hotel Bruno Di Tommaso e per il tecnico comunale Enrico Colangeli. Per l'allora sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, il procuratore ha chiesto un nuovo processo d'appello limitatamente all'accusa di disastro colposo.
Riccardi ha evidenziato che "i segnali di allarme erano molteplici" e che le linee guida indicavano come il rischio di valanghe interessasse il 6% dei comuni abruzzesi, tra cui Farindola. Ha aggiunto che un'ordinanza di sgombero dell'Hotel Rigopiano avrebbe potuto prevenire la tragedia.
Anche oggi, in Piazza Cavour, i familiari delle vittime hanno esposto uno striscione con la scritta "Mai Più" e i volti dei loro cari scomparsi.