Sentenza del processo Turetta per l'omicidio di Giulia Cecchettin: un anno dopo il femminicidio
Cinque udienze e due mesi di dibattimento portano oggi, martedì 3 dicembre, alla sentenza del processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023. Filippo Turetta, imputato reo confesso, è giudicato dalla corte d’Assise di Venezia. Il pubblico ministero Andrea Petroni ha richiesto l’ergastolo, una condanna considerata inevitabile per il delitto che ha scosso l’Italia. La decisione dei giudici si concentrerà sulle aggravanti di premeditazione, crudeltà e stalking, valutando se optare per la pena massima o una riduzione a 30 anni, considerata la giovane età e l'incensuratezza dell'imputato.
In aula, accanto ai suoi legali Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, è previsto anche il padre della vittima, Gino Cecchettin, che ha fondato un’organizzazione in memoria di Giulia. "Ho fiducia nelle istituzioni, la pena sarà quella giusta", ha dichiarato. Turetta potrebbe rilasciare dichiarazioni spontanee prima che i giudici si ritirino per il verdetto.
Il femminicidio è descritto dall’accusa come l’atto finale di un rapporto ossessivo e manipolatorio. Filippo Turetta, laureando in Ingegneria biomedica, avrebbe tormentato Giulia con messaggi incessanti, ricatti emotivi e minacce. Nei giorni precedenti al delitto, avrebbe premeditato ogni dettaglio, annotando ciò che gli serviva: coltelli, nastro adesivo, contanti e cartine per la fuga.
L’omicidio si è consumato a Vigonovo, in un parcheggio vicino alla casa della vittima. Dopo averla colpita con decine di coltellate, l’ha costretta a salire in auto, infliggendole ulteriori ferite. L’ultimo atto si è svolto nella zona industriale di Fossò, dove Giulia è stata finita e il corpo abbandonato vicino al lago di Barcis, coperto da sacchi neri. L’autopsia ha rilevato 75 coltellate, di cui 25 da difesa, dimostrando il disperato tentativo della vittima di salvarsi.
Turetta è stato arrestato una settimana dopo in Germania, al termine di una fuga senza mezzi, conclusa con la cancellazione delle prove dal telefono. La confessione in aula e le dichiarazioni scritte mostrano un tentativo di fare ammenda: "Vorrei non averle fatto questo. È giusto espiare e pagare per ciò che ho fatto". Tuttavia, l’accusa ritiene che l’ergastolo sia l’unica pena proporzionata al crimine.
Giulia Cecchettin: 300 messaggi al giorno e app spia, la mancata accusa di stalking solleva polemiche - Filippo Turetta, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, aveva inviato circa 300 messaggi al giorno alla vittima, raggiungendo un totale di 225 mila in due anni. Tra questi, contenuti ossessivi e minacciosi: «La tua vita dipende dalla mia» o «Te la farò pagare per sempre».
Filippo Turetta condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin: escluse crudeltà e stalking - Filippo Turetta è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio premeditato di Giulia Cecchettin. La Corte d'Assise di Venezia, dopo circa sei ore di camera di consiglio, ha emesso la sentenza, escludendo però le aggravanti di crudeltà e stalking. Turetta, 22 anni, ha ascoltato il verdetto impassibile, a testa bassa, mentre il padre di Giulia, Gino Cecchettin, era visibilmente commosso.
Giulia Cecchettin, le lettere di Turetta dal carcere: Mi dispiace per tutto quello che ho fatto - Il caso di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta continua a sconvolgere l’opinione pubblica con nuovi dettagli emersi dalle lettere scritte dal ventiduenne in carcere. Turetta, accusato dell’omicidio della giovane l’11 novembre 2023, descrive nei suoi scritti il crescendo di ossessione e manipolazione che lo ha portato a compiere il terribile gesto.