San Casciano dei Bagni: straordinaria scoperta archeologica al 'Bagno Grande'
Un eccezionale tesoro archeologico è riemerso dal santuario etrusco e romano del 'Bagno Grande' di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. Protetti per oltre 2.300 anni dalle acque termali e dal fango argilloso, gli scavi condotti tra giugno e ottobre hanno portato alla luce quattro statue in bronzo integre, tra cui un mezzo busto maschile nudo e la figura di un sacerdote bambino. Sono stati rinvenuti anche serpenti in bronzo, uno dei quali misura quasi un metro, migliaia di monete di età repubblicana e imperiale, una corona d'oro, gemme e gioielli. Particolarmente singolare è il ritrovamento di migliaia di frammenti di uova, alcune ancora contenenti il tuorlo, suggerendo riti di rinascita e rigenerazione.
Questa scoperta si aggiunge a quella del 2022, quando furono trovate 24 statue bronzee di epoca etrusca e romana, cinque delle quali alte quasi un metro e perfettamente conservate. Alla presentazione dei nuovi ritrovamenti, avvenuta alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli e della sindaca di San Casciano dei Bagni, Agnese Carletti, sono intervenuti Tomaso Montanari e Jacopo Tabolli dell'Università per Stranieri di Siena, quest'ultimo direttore dello scavo.
Le indagini hanno permesso di identificare il 'temenos', il muro di recinzione dello spazio sacro, che racchiudeva vari edifici, tra cui un tempio costruito attorno alla grande vasca sacra. Un edificio più antico, forse un grande recinto in blocchi di travertino risalente all'età etrusca, circondava la sorgente del Bagno Grande, definendo lo spazio sacro del culto almeno dal III secolo a.C. Lo scavo ha rivelato gran parte della vasca più antica, ricostruita tra i regni degli imperatori Tiberio e Claudio, forse in seguito a un prodigio associato alla caduta di un fulmine.
All'interno della vasca sacra, protetta dall'acqua bollente e dal fango argilloso, sono stati rinvenuti numerosi doni votivi in metallo pregiato, tra cui quattro nuove statue, arti votive con iscrizioni, strumenti rituali come un'elegante lucerna e un piccolo toro in bronzo, oltre a oltre 10.000 monete di età repubblicana e imperiale. Accanto al bronzo, sono stati trovati una corona e un anello d'oro, insieme a numerosi aurei romani, gemme, ambra e altri gioielli, legati alle capacità terapeutiche delle acque calde e alle pratiche divinatorie del santuario.
Le nuove iscrizioni rinvenute, in etrusco e latino, menzionano voti che recano il nome etrusco di Chiusi, Cleusi, dediche alle Ninfe e alla Fonte Calda, Flere Havens in etrusco, giuramenti sulla Fortuna e sul Genio dell'Imperatore. Un eccezionale mezzo busto maschile, offerto esattamente a metà, testimonia forse la guarigione della parte immortalata nel bronzo. Una statua di un bimbo augure, piccolo sacerdote della fine del II secolo a.C., con una lunga iscrizione in etrusco sulla gamba destra, reca nella mano sinistra una palla con i classici pentagoni cuciti, forse un elemento divinatorio da far ruotare in un rito. Una statua femminile, quasi identica a quella rinvenuta nel 2022, con eleganti trecce che ricadono sul petto, rappresenta il gesto dell'offerente. Le teste votive sono ritratti eleganti proto-imperiali, con la prima dedica in latino alla fonte sul collo di una testa, i cui tratti sembrano quasi ricordare Cesare.
Nella stratificazione del deposito, che fu rapida come suggerisce la conservazione di migliaia di frammenti di uova, in alcuni casi intere o con il tuorlo ancora visibile all'interno, si alternano strati di offerte, scaglie di travertino e piani d'argilla. Sono state trovate anche pigne, rametti tagliati e decorati con intrecci vegetali, a ricordare come le acque salutifere debbano essere 'nutrite' dalla forza rigenerante della natura. Alla base di grandi tronchi lignei, infissi verticalmente nel deposito in uno dei punti focali della vasca più antica, lo scavo ha portato alla luce una serie di serpenti in bronzo di diverse forme e dimensioni, dai piccoli serpentelli a un esemplare di oltre 90 cm, barbuto e cornuto, probabilmente un serpente 'agatodemone', il più grande finora rinvenuto, protettore della sorgente e fondamentale nelle pratiche di divinazione e predizione del futuro.
"La varietà delle offerte votive, che ricalca quanto già emerso nel 2022 e allo stesso tempo lo arricchisce e lo completa, offre uno squarcio ulteriore sul significato e sul ruolo di questo luogo di culto e cura, dove il rapporto col sacro, tra umano e divino, è forse percepito come diretto, quasi affidato allo scorrere continuo delle acque calde e al 'genius loci' nella forma del serpente 'agatodemone'", ha spiegato l'archeologo Jacopo Tabolli.
Lo scavo del 'Bagno Grande' di San Casciano dei Bagni è condotto in concessione al Comune di San Casciano dei Bagni, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e con il coordinamento scientifico dell'Università per Stranieri di Siena. Gli interventi di conservazione e restauro avvengono in collaborazione con l'Istituto Centrale per il Restauro. Alla campagna di scavo 2024 hanno partecipato oltre 80 studenti e studentesse di archeologia provenienti da università di tutto il mondo, e il gruppo interdisciplinare e internazionale di ricerca coinvolge oltre 90 specialisti di varie discipline. Numerosi professionisti
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