Cancro alla vescica: scoperto interruttore molecolare che apre nuove prospettive terapeutiche

Un team di ricercatori dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e dell'Università degli Studi di Milano ha individuato un 'interruttore' molecolare nel cancro alla vescica, identificato come un biomarcatore chiave nell'evoluzione di questo tumore. Lo studio, pubblicato su Nature Communications e sostenuto da Fondazione Airc, rivela che la proteina Numb, normalmente presente nella vescica, viene persa in oltre il 40% dei tumori vescicali. La perdita di questa proteina causa una serie di eventi molecolari che rendono il tumore altamente invasivo, favorendo la progressione verso forme muscolo-invasive più aggressive.

I ricercatori hanno dimostrato che i tumori superficiali e quelli profondi rappresentano fasi diverse dello stesso processo patologico. La perdita di Numb attiva il fattore di trascrizione Yap, un oncogene che potenzia la proliferazione e l'invasività delle cellule tumorali. Questa scoperta rappresenta un punto di svolta nella comprensione del decorso della malattia e offre nuove opportunità per sviluppare terapie mirate.

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Secondo il professor Salvatore Pece, coordinatore dello studio, la proteina Numb agisce come un interruttore molecolare: la sua assenza accelera la progressione del tumore e ne peggiora la prognosi. Questo biomarcatore permette di identificare tumori superficiali con alto rischio di evoluzione verso forme muscolo-invasive, che richiedono trattamenti aggressivi come la chirurgia radicale e la chemioterapia. Tuttavia, i criteri clinico-patologici attuali sono insufficienti per prevedere con precisione il rischio di progressione.

Grazie agli esperimenti condotti su cellule in coltura, modelli animali e campioni umani, i ricercatori hanno evidenziato che la perdita di Numb attiva un complesso circuito molecolare che può essere bersagliato da farmaci specifici. Daniela Tosoni, co-autrice dello studio, spiega che questi tumori, sebbene molto aggressivi, risultano vulnerabili a terapie mirate. Alcuni farmaci già utilizzati per altre patologie potrebbero essere rapidamente testati per il trattamento del cancro vescicale.

Alla diagnosi iniziale, la maggior parte dei tumori vescicali si presenta come non muscolo-invasiva, con una buona prognosi. Tuttavia, il 20-30% evolve in forme muscolo-invasive, caratterizzate da una maggiore aggressività e mortalità. I risultati dello studio evidenziano l'importanza di sviluppare marcatori molecolari innovativi per identificare i pazienti a rischio e personalizzare i trattamenti.

Questa scoperta rappresenta un passo significativo verso nuove strategie terapeutiche, con l'obiettivo di bloccare la progressione del tumore in una percentuale significativa di pazienti privi di espressione di Numb. Inoltre, il team ha identificato una nuova firma molecolare in grado di selezionare con precisione i pazienti più idonei a beneficiare di trattamenti mirati, migliorando le prospettive di cura e la qualità della vita.

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