Caso Ramy: sei carabinieri sotto inchiesta, la procura indaga su telefoni e verbali

Sei carabinieri sono al centro delle indagini della procura di Milano per l'incidente avvenuto il 24 novembre nel quartiere Corvetto, in cui ha perso la vita il 19enne di origine egiziana Ramy Elgaml. Gli investigatori hanno sequestrato i cellulari degli agenti presenti sul posto, arrivati con tre auto diverse, per analizzare eventuali conversazioni o immagini registrate subito dopo l'impatto.

Nel registro degli indagati compaiono quattro nomi. Tra questi, Fares Bouzidi, amico della vittima e conducente del T-Max coinvolto nello scontro, e un vicebrigadiere alla guida della gazzella che avrebbe concluso la sua corsa in via Quaranta. Altri due militari sono accusati di favoreggiamento e depistaggio: un testimone oculare ha infatti dichiarato di aver ricevuto pressioni per eliminare un video registrato sul momento. La procura sta inoltre valutando l’ipotesi di falsificazione dei verbali di arresto per resistenza.

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Il testimone chiave ha riferito agli inquirenti di aver sentito un "rumore di impatto", confermando indirettamente lo scontro tra i mezzi. Per chiarire definitivamente la dinamica, giovedì 12 dicembre verrà affidato un incarico a un consulente esterno per una perizia cinematica. Contestualmente, sarà avviata un'analisi informatica sui telefoni sequestrati.

Lo stesso giorno è previsto anche l’interrogatorio di Fares Bouzidi, cui parteciperà il pubblico ministero Marco Cirigliano, per approfondire ulteriormente la vicenda.

Caso Ramy: il via libera per i funerali dopo gli accertamenti - Il corpo di Ramy Elgaml, il 19enne morto nel quartiere milanese Corvetto mentre fuggiva dai carabinieri a bordo di uno scooter guidato da un amico, è stato restituito alla famiglia. I familiari ora possono decidere quando procedere con la sepoltura. Gli accertamenti tossicologici, richiesti dalla procura anche per l'amico alla guida, sono stati completati e si attendono i risultati finali.