Manovra 2025: emendamento per equiparare stipendi dei ministri non parlamentari ai deputati

Un emendamento alla Manovra 2025 propone di equiparare gli stipendi dei ministri non parlamentari a quelli dei membri del Parlamento. Secondo il testo presentato in Commissione Bilancio, ai membri del governo non eletti in Parlamento verrebbe riconosciuto lo stesso trattamento economico complessivo di deputati e senatori. Ciò significa che, oltre all'indennità già percepita, beneficerebbero di ulteriori componenti retributive come la diaria e i rimborsi spese legati all'esercizio del mandato. Questa misura interesserebbe otto ministri e circa dieci tra viceministri e sottosegretari, con un costo stimato di 1,3 milioni di euro annui.

La proposta ha suscitato un acceso dibattito politico. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato: "Sarà il Parlamento a decidere. Nella mia vita non ho mai fatto scelte per motivi economici e continuerò a fare ciò che mi piace, senza considerare il guadagno come la cosa più importante".

manovra 2025

Le opposizioni hanno espresso forti critiche. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha scritto su Facebook: "Hanno presentato un emendamento per aumentare lo stipendio di ministri, viceministri e sottosegretari. Ma come fanno a non vergognarsi? In che mondo vivono?". Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato, ha commentato su X: "Mentre gli italiani faticano ad arrivare a fine mese, il governo propone di aumentare lo stipendio ai ministri. È una vergogna". Marco Grimaldi, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella Commissione Bilancio della Camera, ha definito l'emendamento "indecente", sottolineando che "viviamo in un Paese dove si lavora tanto, non si è pagati abbastanza e i salari sono fermi da 30 anni". Grimaldi ha inoltre chiesto l'intervento del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, affinché dichiari inammissibile l'emendamento, ritenendo "assurda l'equiparazione di un trattamento onnicomprensivo che prevede anche collaboratori e uffici parlamentari che un ministro non deputato non deve avere per evidenti motivi".

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