Paolo Cognetti racconta la sua esperienza con il TSO: Ho subito un trattamento obbligatorio per depressione e sindrome bipolare
Lo scrittore e regista Paolo Cognetti ha rivelato di aver subito un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) a causa di una grave depressione che si è trasformata in sindrome bipolare con fasi maniacali. L'autore de "Le otto montagne" ha deciso di condividere la sua esperienza in un'intervista a Repubblica, sottolineando l'importanza di superare il tabù riguardo alle malattie mentali e di accettarsi per affrontare la risalita.
Cognetti ha raccontato come, durante la primavera e l'estate, senza motivo apparente, la depressione lo abbia colpito profondamente. Tuttavia, in seguito, dopo aver trascorso del tempo nel suo rifugio sul Monte Rosa, è passato a una fase di creatività e energia positiva. Ma quando i suoi pensieri e il suo linguaggio hanno cominciato ad accelerare, e gli amici gli hanno fatto notare comportamenti strani, il 4 dicembre il medico ha disposto il TSO.
In quel periodo, Cognetti ha perso il controllo, commettendo atti inconsueti come inviare immagini di sé nudo e fare regali ingenti. Gli amici temevano per la sua sicurezza, temendo che potesse compiere gesti estremi. Dopo l'intervento medico, Cognetti si è ritrovato con una polizia e un'ambulanza sotto casa, sedato e costretto a riposare a causa dei farmaci. Da inizio dicembre, ha dormito incessantemente, trovandosi a fare i conti con una profonda fragilità che si è accentuata anche dal successo ottenuto con il libro "Le otto montagne".
Il riconoscimento ottenuto con il Premio Strega ha posto Cognetti di fronte a nuove sfide esistenziali. La fama e la popolarità hanno imposto un prezzo psicologico che ha alimentato la sua crisi. Inoltre, la sua vita sentimentale ha avuto un ruolo cruciale nella sua caduta: la fine della relazione con la sua compagna, a causa di una nuova storia d'amore, ha ulteriormente complicato il suo stato d'animo.
Oggi, per ritrovare la serenità, lo scrittore sogna di avere pochi amici sinceri e una vita più libera da impegni, con un’agenda vuota per riflettere e godersi la natura. La sua riflessione finale sulla cura è un invito a vivere in modo autentico e in armonia con se stessi.