Sentenza Open Arms: oggi il verdetto per Salvini, chiesti 6 anni di carcere
La sentenza del processo Open Arms è attesa oggi, 20 dicembre 2024, a Palermo. Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver bloccato, nell’agosto 2019, lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong spagnola Open Arms quando era ministro dell’Interno. La pubblica accusa ha chiesto una condanna a sei anni di reclusione.
Durante la requisitoria, il procuratore aggiunto Marzia Sabella ha sottolineato che "non si può invocare la difesa dei confini senza considerare la tutela della vita umana in mare". Per l’accusa, le decisioni di Salvini avrebbero creato un caos istituzionale e messo in difficoltà la Guardia Costiera. Secondo la procura, l’allora ministro avrebbe agito oltre la linea governativa dell’esecutivo Conte 1, assumendo decisioni personali sulla gestione degli sbarchi.
Salvini ha ribadito in una diretta social alla vigilia della sentenza di non pentirsi delle sue azioni: "Ho fatto il mio lavoro, difendendo l’Italia da immigrati clandestini e trafficanti". Il leader della Lega ha aggiunto che in caso di condanna ricorrerà in appello e ha definito il processo una "profonda ingiustizia".
La difesa, guidata dall’avvocata Giulia Bongiorno, ha chiesto l’assoluzione, sostenendo che "il fatto non sussiste". Bongiorno ha accusato Open Arms di aver mantenuto i migranti a bordo dal primo al 14 agosto 2019, rifiutando altre soluzioni e causando ulteriori difficoltà. Durante l’arringa, ha anche evidenziato presunti accordi tra la ong e i trafficanti, affermando che non si trattava di un soccorso casuale.
La sentenza sarà pronunciata oggi e rappresenta un momento cruciale per un caso che ha diviso opinione pubblica e politica in Italia.
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Processo Open Arms: Salvini e la Difesa nel Bunker di Palermo - Matteo Salvini, leader della Lega, è giunto all'aula bunker di Palermo per la sua arringa difensiva nel processo Open Arms. Questo processo lo vede accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, in relazione ai fatti del 2019 quando, da ministro dell'Interno, bloccò lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave Open Arms al largo delle coste libiche.