Moglie sedata e fatta violentare per anni: Dominique Pelicot non ricorrerà in appello
Dominique Pelicot, condannato a 20 anni di reclusione per aver sedato e fatto violentare la moglie Gisèle per dieci anni, non presenterà ricorso contro la sentenza emessa dal tribunale di Avignone il 19 dicembre. La decisione è stata confermata dalla sua legale Béatrice Zavarro. Almeno 15 dei 50 co-imputati nel processo hanno invece scelto di appellarsi.
Il caso, seguito a livello internazionale, ha visto il coraggio della vittima, che ha reso pubbliche le udienze per rifiutare la vergogna e denunciarne gli orrori. Dominique Pelicot è stato ritenuto colpevole di tutti i capi d'accusa: quasi 200 stupri documentati, la somministrazione di sostanze per drogare la moglie e la registrazione di immagini non consensuali, anche della figlia e di altre donne della famiglia. La corte ha previsto una pena di sicurezza di due terzi, impedendo ogni agevolazione per almeno 13 anni, e una possibile detenzione di sicurezza al termine della pena, qualora si valuti il rischio di recidiva.
Le condanne per i 50 co-imputati variano da tre a dodici anni. Nessuno è stato assolto. La corte ha evidenziato una netta differenza tra Pelicot e gli altri accusati, assegnando pene più severe al primo. Tra i condannati figura Jean-Pierre M., ritenuto un "discepolo" di Pelicot, condannato a 12 anni per aver drogato la propria moglie, permettendo a Pelicot di violentarla.
L'accusa aveva richiesto complessivamente 652 anni di reclusione per i 51 imputati. Alla fine, la corte ha comminato un totale di 428 anni di carcere. Dei condannati, 18 già detenuti sono rimasti in carcere, mentre per 23 imputati liberi sono stati emessi mandati di cattura immediata. Tre persone, per ragioni di salute, sconteranno la pena in strutture adeguate. Sei sono stati rilasciati in seguito a una valutazione delle pene già scontate o da adattare.