Esame della retina per predire il rischio di ictus: nuova frontiera nella prevenzione
Un’impronta digitale della retina può predire con precisione il rischio di ictus, senza ricorrere a test invasivi. Lo rivela uno studio condotto dalla Hong Kong Polytechnic University e pubblicato sulla rivista Heart. La ricerca evidenzia che 29 indicatori di salute vascolare, osservabili attraverso una tecnologia di imaging avanzata, rappresentano un approccio pratico e accessibile, ideale per i sistemi sanitari primari e le nazioni con risorse limitate.
L'ictus colpisce circa 100 milioni di persone nel mondo e causa 6,7 milioni di decessi annuali. La maggior parte dei casi è attribuibile a fattori di rischio modificabili, tra cui pressione alta, colesterolo elevato, alimentazione scorretta e fumo.
La rete vascolare della retina condivide caratteristiche con quella cerebrale, rendendola uno strumento prezioso per valutare danni sistemici legati a malattie come il diabete. Tuttavia, studi precedenti hanno mostrato risultati variabili, complicando l’adozione diffusa di questa tecnica.
L’introduzione del Retina-based Microvascular Health Assessment System (Rmhas), basato sull’intelligenza artificiale, ha migliorato significativamente la precisione dell'analisi, identificando marcatori biologici utili per prevedere il rischio di ictus.
Lo studio ha analizzato i dati di 68.753 partecipanti dello UK Biobank, di cui 45.161 hanno completato l’intera analisi. Con un’età media di 55 anni, 749 persone hanno subito un ictus in un monitoraggio di 12,5 anni. Questi soggetti tendevano a essere più anziani, fumatori, diabetici, con maggiore pressione arteriosa e un livello inferiore di colesterolo buono.
Il modello di analisi basato su Rmhas, integrato con dati come età e sesso, ha dimostrato un’efficacia comparabile ai tradizionali fattori di rischio, aprendo nuove prospettive per una prevenzione precoce ed efficace.
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