Cecilia Sala: racconto della prigionia in Iran e liberazione storica in tempi record
Cecilia Sala, giornalista italiana liberata dopo 21 giorni di detenzione in Iran l'8 gennaio, ha condiviso la sua esperienza a Che Tempo Che Fa sul Nove. Ha descritto la sua liberazione come "un'operazione senza precedenti dagli anni '80 per rapidità", sottolineando di essere stata fortunata a trascorrere solo 21 giorni in prigionia. "Il recupero è più rapido rispetto a chi resta lì centinaia di giorni. Ora, con aiuto, riesco a dormire", ha dichiarato.
Durante la detenzione, Sala ha affrontato condizioni dure, con interrogatori quotidiani di 15 giorni, spesso incappucciata e costretta a fissare il muro. Il giorno prima della liberazione, ha subito un interrogatorio di dieci ore dalla stessa persona. Ha raccontato di essere stata isolata, senza contatti con il mondo esterno, riuscendo solo a comunicare in codice con il suo compagno Daniele durante telefonate monitorate.
La giornalista ha parlato delle difficoltà emotive vissute: "La telefonata che ha rassicurato la mia famiglia è stata quella in cui ho detto a Daniele di avere paura per la mia testa". Ha descritto le sue giornate in isolamento, passate leggendo etichette e ascoltando suoni angoscianti dal corridoio. Anche richieste apparentemente semplici, come ottenere un Corano in inglese, le sono state negate.
Sala ha precisato che né la sua famiglia né il compagno hanno mai contattato direttamente Elon Musk, nonostante alcune voci circolate. L'unico riferimento a Musk è stato un breve aggiornamento dal suo rappresentante in Italia.
Ha concluso riflettendo sulla condizione delle detenute iraniane, molte delle quali restano in prigionia senza il supporto di un governo che possa intervenire.
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