Esodo dalla sanità pubblica: 23.000 infermieri lasciano il lavoro nel 2024
Il fenomeno delle dimissioni volontarie nel settore sanitario continua a crescere in Italia, con numeri allarmanti. Secondo i dati INPS relativi ai primi nove mesi del 2024, 1,5 milioni di lavoratori hanno presentato dimissioni volontarie. Tra questi, 7.000 medici e 23.000 infermieri hanno abbandonato il Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Le previsioni indicano che, entro la fine dell’anno, le dimissioni totali supereranno i due milioni, eguagliando i livelli record degli anni precedenti.
Le cause dell’esodo nella sanità pubblica
Le motivazioni principali dell’abbandono del personale sanitario includono carichi di lavoro insostenibili, responsabilità crescenti non accompagnate da un adeguato aumento salariale e la percezione di lavorare in un sistema che non valorizza i propri operatori. Una parte significativa di medici e infermieri ha scelto di trasferirsi in strutture private o all’estero, attratti da condizioni più vantaggiose. Tuttavia, circa il 20% di questi professionisti ha deciso di lasciare definitivamente la professione sanitaria, evidenziando un disagio profondo e radicato.
Impatto sulla salute mentale degli operatori sanitari
Le dimissioni non si limitano a motivazioni economiche. Si registra un aumento significativo delle denunce per disturbi psichici e comportamentali tra il personale sanitario: oltre 9.000 casi nei primi nove mesi del 2024, con un incremento del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le conseguenze della pandemia, unite a turni massacranti e alla carenza cronica di personale, hanno avuto un impatto devastante sulla salute mentale degli operatori.
Una crisi che colpisce altri settori pubblici
La crisi non riguarda esclusivamente la sanità. Altri settori del pubblico impiego, come difesa, istruzione e assistenza sociale, hanno registrato una riduzione di 102.000 dipendenti. Anche comparti come commercio, ristorazione e trasporti sono stati fortemente colpiti, con oltre 600.000 dimissioni nel commercio e 300.000 in settori come manifatturiero, energia e gestione dei rifiuti.
Paradossi nel mercato del lavoro
Nonostante le dimissioni massicce, le imprese italiane faticano a trovare personale qualificato. Secondo Unioncamere e il Ministero del Lavoro, nei prossimi tre mesi ci saranno 1,37 milioni di posti di lavoro disponibili, ma circa 190.000 rischiano di rimanere vacanti. Questo squilibrio è aggravato dal declino demografico, con una popolazione giovanile in calo e un aumento della fascia anziana.
La sanità pubblica di fronte a una crisi strutturale
Le dimissioni di medici e infermieri evidenziano una crisi profonda del sistema sanitario italiano. Per affrontare questa situazione, sono necessari interventi urgenti: salari più competitivi, investimenti in formazione e valorizzazione del personale, oltre a misure per ridurre il carico di lavoro e migliorare le condizioni operative.
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