Putin contro Zelensky: la sfida tra Russia e Ucraina si intreccia con il ruolo di Trump e le sanzioni sul petrolio

Il confronto tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky continua a infiammare lo scenario della guerra in Ucraina, tra scambi di accuse e possibili margini per i negoziati di pace. Sullo sfondo, emerge sempre più il ruolo di Donald Trump, visto da molti come una pedina cruciale per un’eventuale soluzione diplomatica del conflitto.

Putin attacca la legittimità di Zelensky

Mentre le forze armate russe mirano a una nuova offensiva nel Donbass, il presidente russo cerca di minare la credibilità del capo di Stato ucraino. In un’intervista alla tv pubblica, Putin ha definito Zelensky “illegittimo”, sostenendo che non avrebbe alcun diritto di firmare accordi di pace. Ha inoltre dichiarato che, in caso di negoziati, si riserverà il potere di scegliere rappresentanti appositi per la trattativa.Le affermazioni di Putin riprendono la tesi, diffusa dalla propaganda russa, secondo cui Zelensky sarebbe un presidente “non valido”, a causa del rinvio delle elezioni in Ucraina. Tuttavia, la maggior parte degli esperti di diritto costituzionale ucraini considera tali accuse prive di fondamento.

La replica di Zelensky: “Putin ha paura”

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Volodymyr Zelensky risponde su canali social, accusando Putin di temere il confronto diretto: “Ha confermato ancora una volta di avere paura dei negoziati, dei leader forti e di fare tutto il possibile per prolungare la guerra”.Il leader ucraino reagisce anche all’ennesimo avvertimento di Putin secondo cui, senza il sostegno occidentale, Kiev crollerebbe in poche settimane. Per il presidente russo, “se i fondi e le munizioni smettessero di arrivare, tutto finirebbe in un mese o due”.

Trump mediatore? L’ex presidente USA al centro delle ipotesi di pace

Nel contesto delle accuse e delle risposte incrociate, Donald Trump si profila come possibile arbitro in un negoziato che possa porre fine alle ostilità. Solo pochi giorni fa, intervenendo virtualmente al Forum di Davos, Trump ha sottolineato che una strategia sul prezzo del petrolio potrebbe essere decisiva per far cessare il conflitto: “Se il prezzo cala, la guerra finisce”.

Cina e India sospendono l’acquisto di petrolio russo

Intanto, la Russia deve confrontarsi con nuove difficoltà economiche. Cina e India hanno sospeso gli acquisti di petrolio russo in vista di marzo, a causa delle sanzioni USA contro la cosiddetta “flotta fantasma”, gli assicuratori e gli intermediari che trasportano greggio russo a prezzi superiori al tetto imposto dall’Occidente.Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha preso di mira 183 petroliere coinvolte in operazioni ritenute fuori dalle regole delle sanzioni. Secondo le fonti citate dal Moscow Times e da Reuters, la scadenza prevede la possibilità di caricare petrolio russo fino al 27 febbraio, con il completamento delle transazioni entro il 12 marzo. Lo scorso anno, il greggio russo ha rappresentato il 36% delle importazioni indiane e il 20% di quelle cinesi.

Tucker Carlson accusa Biden: Ha tentato di far uccidere Putin - L'ex conduttore di Fox News, Tucker Carlson, ha lanciato un'accusa senza prove contro l'amministrazione di Joe Biden, sostenendo che abbia tentato di uccidere il presidente russo Vladimir Putin. La dichiarazione è stata fatta durante un episodio del suo podcast, The Tucker Carlson Show.

Donald Trump e Vladimir Putin tra minacce e attese - Donald Trump e Vladimir Putin sono protagonisti di un negoziato caratterizzato da tensioni e incertezze. Gli Stati Uniti e la Russia potrebbero avviare un dialogo telefonico nei prossimi giorni, seguito da un incontro diretto, secondo quanto riportato da media e osservatori.

Trump avverte Putin: stop alla guerra o nuove sanzioni contro la Russia - Donald Trump si ripropone come mediatore per porre fine al conflitto tra Ucraina e Russia, sottolineando la necessità di un dialogo reciproco. "Il presidente Zelensky vuole la pace, me lo ha detto chiaramente. Ma bisogna essere in due per ballare il tango", ha dichiarato l'ex presidente degli Stati Uniti, riferendosi alla mancanza di segnali positivi da parte di Mosca.