Omicidio di Diana, l’appello di Alessia Pifferi nel giorno in cui la bambina avrebbe compiuto 4 anni

Alessia Pifferi torna a comparire in aula per il processo d’appello. Una data altamente simbolica, poiché ricorre proprio il giorno in cui la figlia Diana, morta di stenti all’età di 18 mesi, avrebbe compiuto 4 anni. Condannata in primo grado all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, la 38enne sarà presente (salvo imprevisti) all’udienza, dalla quale, però, sono state escluse le telecamere.

Il quadro generale del processo

  • Primo grado: Alessia Pifferi è stata giudicata colpevole di aver lasciato la piccola Diana da sola in casa, in zona Ponte Lambro a Milano, per quasi sei giorni nell’estate del 2022.
  • Condanna: La sentenza di primo grado ha stabilito il carcere a vita, senza alcuna attenuante.
  • Appello: In questa nuova fase, la difesa, rappresentata dall’avvocata Alessia Pontenani, punta a richiedere una perizia psichiatrica supplementare, nonostante la precedente valutazione degli esperti abbia ritenuto Pifferi pienamente capace di intendere e di volere.

La richiesta della difesa

La strategia difensiva si basa sull’ipotesi di un nuovo esame psichiatrico che possa far emergere eventuali disturbi mentali:

  • Se i giudici dovessero respingere tale richiesta, il processo potrebbe concludersi in tempi molto rapidi, persino in giornata.
  • La procura generale, rappresentata dall’avvocato generale Lucilla Tontodonati, è pronta a confermare la richiesta dell’ergastolo, ritenendo che nessun elemento possa attenuare la gravità del reato.

La ricostruzione dei fatti

  • 14 luglio 2022: Alessia Pifferi lascia la piccola Diana in un appartamento in via Parea, a Milano, con due biberon di latte e due bottigliette d’acqua.
  • Dopo quasi sei giorni, al suo ritorno, la bambina viene trovata priva di vita all’interno del lettino da campeggio.
  • L’autopsia ha confermato un quadro di “disidratazione spiccata” come causa del decesso.

Le motivazioni della prima sentenza

omicidio diana

Nella sentenza di condanna emessa il 13 maggio scorso, i giudici hanno evidenziato:

  • Mancanza di attenuanti: Non è stato riconosciuto alcun fattore che potesse mitigare la pena.
  • Movente futile ed egoistico: L’imputata avrebbe preferito vivere in autonomia un lungo fine settimana con il compagno anziché adempiere al dovere di cura verso la figlia.
  • Coscienza del disvalore: Alessia Pifferi avrebbe mentito sia alla madre sia al compagno sulla presenza della bambina, dimostrando di essere consapevole delle conseguenze del suo abbandono.

Se la Corte d’Assise d’Appello di Milano rigetterà la nuova perizia psichiatrica, il processo potrebbe giungere a conclusione molto presto, con la conferma della condanna all’ergastolo. L’udienza odierna si svolge nel giorno in cui la piccola Diana avrebbe compiuto 4 anni, aggiungendo un ulteriore carico emotivo a uno dei casi giudiziari più seguiti degli ultimi tempi.

Alessia Pifferi Condannata per la Morte della Figlia - Alessia Pifferi è stata condannata all'ergastolo per aver lasciato la figlia Diana, di soli 18 mesi, sola in casa per cinque giorni e mezzo, provocandone la morte per disidratazione e stenti. La Corte d'Assise di Milano ha motivato la sentenza definendo il gesto della donna come spinto da un "futile ed egoistico movente": passare un lungo weekend con il compagno, trascurando il suo dovere di madre.

Alessia Pifferi - i giudici: Lasciò morire la figlia per lungo weekend col compagno - Ma quando l’assenza è durata sei giorni, e mai per i giudici l'imputata ha avuto intenzione di rientrare prima, la piccola Diana era già morta di stenti. Attualità - Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per l’omicidio volontario della figlia Diana di soli 18 mesi, lasciata morire di stenti, non merita nessuna attenuante “tenuto conto dell'elevatissima gravità, non solo giuridica, ma anche umana e sociale” del fatto “e del futile ed egoistico movente che lo animava, ossia quello di ricercare e vivere dei propri spazi di autonomia rispetto al prioritario diritto/dovere di accudimento della propria figlia”.

Alessia Pifferi fa sciopero della fame in carcere: Non ho più voglia di vivere! - Alessia Pifferi, condannata all'ergastolo per l'omicidio della figlia di 18 mesi, Diana, ha iniziato uno sciopero della fame nel carcere di San Vittore a Milano. La decisione è stata presa, secondo quanto riportato, perché Pifferi ha dichiarato di "non avere più voglia di vivere".