Torture sistematiche dei prigionieri di guerra Ucraini nelle carceri Russe
Dopo l'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022, le autorità russe hanno implementato un programma sistematico di torture contro i prigionieri di guerra ucraini. Il generale Igor Potapenko ha istruito le unità d'élite a utilizzare violenza senza restrizioni, rimuovendo le normali regole e limiti. Queste pratiche hanno incluso percosse severe, scosse elettriche e privazione intenzionale di cure mediche, causando gravi infezioni e, in alcuni casi, la morte per setticemia. Ex funzionari penitenziari russi che hanno disertato hanno descritto questi abusi, corroborati da testimonianze e documenti, indicando uno sforzo deliberato per spezzare la volontà dei prigionieri ed estorcere confessioni. Il Cremlino nega tali accuse, mentre la Corte Penale Internazionale continua le indagini, avendo già emesso mandati di arresto per diversi funzionari russi. La brutalità sistematica ha avuto impatti fisici e psicologici duraturi sui prigionieri di guerra ucraini, evidenziando gravi violazioni dei diritti umani all'interno del sistema carcerario russo.
Testimonianze presentate alla Corte Penale Internazionale hanno rivelato che i prigionieri sono stati sottoposti a scosse elettriche prolungate ai genitali, percosse con manganelli fino a romperli e altre atrocità progettate per infliggere sofferenza massima. Questa brutalità ha portato a gravi infezioni, cancrena e persino decessi. Le guardie erano autorizzate a disattivare le telecamere corporee e a indossare maschere per evitare future identificazioni. Nonostante queste testimonianze, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nega qualsiasi accusa di tortura. La Corte Penale Internazionale continua a indagare e ha emesso mandati di arresto per Putin. Dall'inizio della guerra, ci sono stati 59 scambi di prigionieri, ma si stima che 8.000 prigionieri di guerra ucraini rimangano in custodia russa.
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Un ex soldato russo ha rivelato di aver assistito personalmente alla tortura di soldati ucraini da parte delle truppe russe. Ha descritto come i prigionieri venivano picchiati, sottoposti a scosse elettriche e minacciati di morte. Queste testimonianze forniscono ulteriori prove delle gravi violazioni dei diritti umani commesse dalle forze russe durante il conflitto.
Un'indagine delle Nazioni Unite ha rilevato che le forze russe continuano a torturare ed eseguire prigionieri di guerra ucraini. Il rapporto evidenzia un aumento delle esecuzioni di prigionieri ucraini, con numerose segnalazioni di torture fisiche e morali, violenze sessuali ed esecuzioni. Queste azioni costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e potrebbero essere classificate come crimini di guerra.
Un ex soldato ucraino, catturato durante la battaglia per l'Isola dei Serpenti, ha raccontato le sue esperienze di tortura durante i 679 giorni di prigionia in Russia. Ha descritto percosse, scosse elettriche e altre forme di abuso inflitte dalle guardie russe. Queste testimonianze mettono in luce le condizioni disumane a cui sono sottoposti i prigionieri di guerra ucraini nelle carceri russe.
Un ex marine ucraino, torturato come prigioniero di guerra russo e successivamente rilasciato attraverso uno scambio di prigionieri, ha espresso preoccupazioni riguardo alla comprensione inadeguata di Donald Trump sulla situazione in Ucraina. Nonostante gli appelli per la pace, sottolinea che l'Ucraina non accetterà un accordo di pace a qualsiasi costo e che la Russia rimane aggressiva nei suoi obiettivi. La guerra ha peggiorato l'economia russa e rivelato le sue debolezze militari, ma l'Ucraina continua a resistere, nonostante la lotta per le risorse e il personale persista. Il marine sottolinea che concedere alla Russia il controllo su qualsiasi territorio creerebbe un panorama globale più pericoloso. In definitiva, il conflitto rimane una battaglia per la libertà, con l'Ucraina che dimostra ancora resilienza contro l'aggressione russa.
Un rapporto delle Nazioni Unite ha concluso che la tortura sistematica di civili e prigionieri di guerra ucraini da parte della Russia costituisce un crimine contro l'umanità. L'indagine ha rilevato pratiche violente, tra cui violenza sessuale e traumi psicologici duraturi tra i detenuti. La commissione ha identificato una struttura organizzata che coordinava questi atti, implicando autorità russe di alto rango. Questi risultati suggeriscono che tali atti facevano parte di una politica statale coordinata, classificandoli come crimini contro l'umanità e crimini di guerra. La commissione potrebbe contribuire con prove alle indagini in corso da parte del procuratore generale dell'Ucraina e della Corte Penale Internazionale.
Un ex soldato russo ha rivelato di aver assistito personalmente alla tortura di soldati ucraini da parte delle truppe russe.
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