Imane Khelif esclusa dai Mondiali di boxe: pronta a intraprendere azioni legali

La pugile algerina Imane Khelif ha annunciato l'intenzione di "intraprendere tutte le azioni legali necessarie" in risposta all'esclusione dai prossimi Campionati Mondiali di boxe femminile da parte dell'International Boxing Association (IBA). In un post su Instagram, Khelif ha dichiarato: "Non me ne andrò da nessuna parte. Combatterò sul ring, combatterò in tribunale e combatterò sotto gli occhi del pubblico finché la verità non sarà innegabile".

La controversia ha origine nel 2023, quando Khelif e la pugile taiwanese Lin Yu-ting sono state squalificate dai campionati mondiali organizzati dall'IBA per presunta non conformità ai criteri di idoneità di genere. Nonostante ciò, entrambe hanno partecipato alle Olimpiadi di Parigi 2024, vincendo medaglie d'oro nelle rispettive categorie, dopo essere state autorizzate a competere dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Il CIO ha affermato che Khelif e Lin sono nate donne e si identificano come tali, ritenendo quindi la loro partecipazione conforme alle regole olimpiche.

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Recentemente, l'IBA ha annunciato l'intenzione di presentare denunce penali contro il CIO negli Stati Uniti, in Francia e in Svizzera, sostenendo che la decisione del CIO di permettere a Khelif e Lin di competere potrebbe costituire motivo di azione penale. L'IBA ha giustificato questa mossa citando un ordine esecutivo del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che vieta agli atleti transgender di partecipare a competizioni femminili. Tuttavia, il CIO ha ribadito che "le due atlete menzionate dall'IBA non sono atlete transgender".

Khelif ha definito le accuse dell'IBA "infondate, false e offensive", affermando che l'associazione le sta utilizzando per promuovere la propria agenda. Ha sottolineato che la questione riguarda non solo lei, ma anche i principi più ampi di equità e giusto processo nello sport. Ha inoltre dichiarato che lei e il suo team prenderanno tutte le misure legali necessarie per garantire il rispetto dei suoi diritti e dei principi di una competizione leale.

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