Mutui: conviene scegliere il tasso fisso o variabile dopo i tagli della BCE?
A partire da giugno 2024, la Banca Centrale Europea (BCE) ha effettuato sei riduzioni consecutive dei tassi di interesse, influenzando significativamente il mercato dei mutui. Queste decisioni hanno portato a una diminuzione del Tasso Annuo Nominale (TAN) medio dei mutui a tasso variabile, sceso dal 4,84% di marzo 2024 al 3,69% attuale. Per un mutuo di 140.000 euro a 20 anni, ciò si traduce in una riduzione della rata mensile da 912 euro a 826 euro, con un risparmio totale di oltre 20.600 euro sulla durata del finanziamento.
I mutui a tasso fisso presentano attualmente un TAN medio del 2,82%, con una rata mensile di 764 euro per lo stesso importo e durata, risultando 62 euro più economica rispetto al variabile. Il risparmio complessivo a favore del tasso fisso è di quasi 15.000 euro sull'intera durata del mutuo.

Negli ultimi mesi, il divario tra tasso fisso e variabile si è ridotto, con l'Euribor a 1 e 3 mesi – indici di riferimento per i mutui variabili – scesi di oltre 150 punti base nell'ultimo anno, attestandosi rispettivamente al 2,34% e al 2,33% al 28 marzo 2025. Parallelamente, l'IRS a 20 e 30 anni, riferimento per i mutui a tasso fisso, si è stabilizzato al 2,77% e 2,64%.
Le proiezioni indicano che l'Euribor potrebbe continuare a scendere fino a fine 2025, raggiungendo valori inferiori al 2% tra settembre e ottobre. Al contrario, l'IRS dovrebbe mantenersi stabile fino a dicembre.
Attualmente, le banche applicano spread più bassi ai mutui a tasso fisso, rendendoli più vantaggiosi. Storicamente, però, gli spread sui tassi fissi erano più elevati rispetto ai variabili. Un'inversione di questa tendenza potrebbe rendere i mutui a tasso variabile nuovamente competitivi in tempi più brevi.
Secondo l'Osservatorio di MutuiOnline.it, nel primo trimestre del 2025, il 99,6% delle richieste di mutuo è stato per il tasso fisso. Le richieste di surroga sono aumentate dal 35,8% dell'ultimo trimestre 2024 al 37,6% nei primi tre mesi del 2025, mentre l'acquisto della prima casa rappresenta il 53,4% delle richieste totali.
Sebbene il tasso fisso sia attualmente più conveniente, le continue riduzioni dell'Euribor e potenziali variazioni negli spread bancari potrebbero rendere il tasso variabile una scelta più competitiva nel prossimo futuro.
Mutui, i tassi variabili tornano competitivi: le rate scendono grazie ai tagli della Bce
La Bce ha ridotto di altri 25 punti base il costo del denaro, segnando il settimo taglio consecutivo dal giugno scorso.
Nuovo taglio dei tassi BCE: impatto su mutui a tasso fisso e variabile
La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un ulteriore taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,75% e quello sui rifinanziamenti principali al 2,90%.
Vittoria di Trump alle elezioni USA: possibili ripercussioni sui tassi dei mutui italiani
La recente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi potrebbe influenzare i tassi dei mutui in Italia.