Ferrara sul caso Clostebol: Ho sofferto per l'addio a Sinner, ma la verità è emersa
Umberto Ferrara, ex preparatore atletico di Jannik Sinner, è tornato a parlare dopo la squalifica di tre mesi inflitta al tennista per la positività al Clostebol. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, ha spiegato il suo ruolo nella contaminazione accidentale causata, insieme al fisioterapista Giacomo Naldi, dall’uso involontario del farmaco Trofodermin. "Era giusto attendere la pronuncia degli organi competenti, che non ha messo in dubbio il mio operato. Ho subito un danno grave alla mia reputazione personale e professionale", ha detto.
Nel 2024, Ferrara portò a Indian Wells lo spray contenente Clostebol, usato da anni per una patologia cronica: "Sapevo fosse vietato e l’ho sempre custodito nel mio beauty personale. L’ho portato negli Stati Uniti solo per uso personale". Lo spray fu poi applicato da Naldi su un taglio al dito, e il fisioterapista, senza guanti né aver lavato le mani, trattò il dito di Sinner. "Non gli ho consegnato nulla, ho solo suggerito l’uso. Gli dissi chiaramente di non farlo entrare in contatto con Jannik", ha aggiunto Ferrara, "lui non ha negato l’informazione ma ha detto di non ricordare".

Alla notizia della positività, Ferrara ha provato "incredulità e stupore": "Appena ho sentito Clostebol ho collegato al Trofodermin. Abbiamo ricostruito i passaggi e fornito le prove dell’acquisto in una farmacia di Bologna". Ha ammesso che oggi agirebbe diversamente: "Non rifarei certe cose e non mi affiderei al comportamento altrui. Mi ha ferito la superficialità, e a volte la malafede, con cui molti hanno trattato il mio coinvolgimento".
Sull’addio con Sinner, ha parlato di una ferita personale: "Nonostante abbia solo 23 anni, Jannik ha mostrato una maturità straordinaria. È convinto di essere nel giusto e ha un’etica del lavoro speciale. Lavorare con lui è stato gratificante. L’ultima volta ci siamo visti a Doha, ci siamo salutati. Ho sofferto molto per la chiusura del rapporto, ma sapevo potesse succedere".
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