Trump impone nuovi dazi USA fino al 50%, ma esclude Russia, Corea del Nord e Cuba
I nuovi dazi annunciati dal presidente Donald Trump in occasione del Liberation Day colpiscono numerosi Paesi con tariffe comprese tra il 10% e il 50%. Restano escluse in modo inatteso Russia, Corea del Nord e Cuba, alimentando dubbi sulle motivazioni di tale scelta. Secondo il Segretario al Tesoro Scott Bessent, la Russia sarebbe stata esclusa perché già sottoposta a sanzioni che limitano fortemente gli scambi. Una motivazione che si presume valga anche per Bielorussia, Cuba e Corea del Nord, sebbene non confermata ufficialmente. Il Washington Post sottolinea che con Mosca gli scambi non si sono azzerati, e che altri Paesi senza relazioni economiche con Washington sono invece stati penalizzati.
Nell’elenco figurano esclusioni anche per il Vaticano, Burkina Faso, Seychelles e Somalia. Colpisce il trattamento riservato a Iran e Israele: i prodotti iraniani saranno tassati al 10%, meno di quelli israeliani, che subiranno un dazio del 17%. Un dato sorprendente, considerando la politica di pressione massima adottata dagli Stati Uniti verso Teheran e il legame strategico con Israele. Quest’ultimo ha annunciato l’eliminazione di tutti i dazi sulle merci americane per rafforzare la cooperazione economica.

Tra i Paesi più penalizzati, figurano cinque tra i più poveri al mondo: Repubblica Democratica del Congo (11%), Madagascar (47%), Mozambico (16%), Malawi (18%) e Siria (41%). In particolare, il Madagascar, dove l'80% della popolazione vive con meno di 2,15 dollari al giorno, ha esportato beni per 800 milioni di dollari negli USA lo scorso anno. Il Venezuela, in piena crisi economica, subirà un dazio del 15%, nonostante gli Stati Uniti siano il principale partner commerciale con sei miliardi di dollari esportati. Contro il Myanmar, appena colpito da un terremoto che ha provocato almeno tremila vittime, sarà applicata una tariffa del 44%.
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