Mutui, i tassi variabili tornano competitivi: le rate scendono grazie ai tagli della Bce
La Bce ha ridotto di altri 25 punti base il costo del denaro, segnando il settimo taglio consecutivo dal giugno scorso. L’intervento è in parte legato all’incertezza generata dalla guerra dei dazi avviata da Trump. Secondo le stime di Facile.it e Mutui.it, una rata standard a tasso variabile passerà da 640 a 623 euro, con un risparmio di circa 17 euro.
I Futures sull’Euribor a 3 mesi aggiornati all’11 aprile 2025 indicano un’ulteriore discesa dell’indice di riferimento: dal 2,07% previsto per giugno all’1,76% di dicembre. In questo scenario, la rata mensile potrebbe toccare i 598 euro, segnando una riduzione complessiva di circa 42 euro entro fine anno.

Le ripercussioni sui tassi fissi derivano invece dal contesto internazionale. L’introduzione dei dazi reciproci tra Usa e Cina ha innescato vendite massicce di treasury statunitensi, spingendo al rialzo i rendimenti dei titoli obbligazionari americani ed europei, ai quali è ancorato l’IRS, il parametro dei mutui a tasso fisso. Ciò ha generato un lieve aumento dei tassi fissi proposti dalle banche, che però stanno già tornando a calare.
Attualmente, le migliori offerte online mostrano che i tassi fissi partono da un Tan del 2,76% con una rata di 582 euro, mentre i variabili partono dal 2,97% e una rata di 596 euro. Tuttavia, l’Euribor è già sceso al di sotto dell’IRS, aprendo la strada a una futura maggiore convenienza del variabile, soprattutto se gli istituti ridurranno gli spread applicati.
Gli esperti di Facile.it segnalano che i tassi variabili potrebbero tornare presto più vantaggiosi di quelli fissi, diventando un’alternativa reale per chi cerca un finanziamento. La scelta tra fisso e variabile dipende da diversi fattori: caratteristiche del mutuatario, tipo di immobile e tolleranza al rischio. Chi sceglie oggi il fisso si assicura una rata iniziale più bassa e costante nel tempo, mentre il variabile rappresenta una scommessa su un possibile risparmio futuro, ma espone anche al rischio di aumenti. Resta sempre aperta l’opzione della surroga, con la possibilità di cambiare tasso se le condizioni lo renderanno conveniente.
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