Papa Francesco rifiutò l'intubazione: Voglio morire a casa, senza accanimento
Papa Francesco aveva chiesto esplicitamente di non essere sottoposto a intubazione durante l'ultimo ricovero. Lo ha rivelato Sergio Alfieri, il medico che lo ha operato più volte e che ha guidato l’équipe del Policlinico Gemelli che lo ha seguito dal 14 febbraio al 23 marzo. In un’intervista a la Repubblica, Alfieri ha raccontato che il Pontefice, già nel 2021, gli aveva chiesto di evitare l’accanimento terapeutico, e che in caso di perdita di coscienza si sarebbero dovute seguire le indicazioni dell’infermiere personale Massimiliano Strappetti, da lui considerato come un figlio.
Durante l’ultima degenza, il Papa rifiutò l’intubazione poiché, con i polmoni già compromessi da virus e miceti, sarebbe stato difficile tornare indietro: si sarebbe solo prolungata la sua vita per pochi giorni. Francesco si fidava poco dei medici, ma negli ultimi tempi si era affidato a Strappetti, che viveva quasi in simbiosi con lui, dormendo appena tre ore per notte a Santa Marta.

Alfieri ha confermato anche che si era pensato a un nuovo trasferimento in ospedale, ma sarebbe morto durante il tragitto. Il Papa desiderava morire a casa, come ripeteva spesso. La causa della morte sarebbe stato un ictus fulminante, forse causato da un embolo o da un’emorragia cerebrale, eventi che colpiscono frequentemente gli anziani con mobilità ridotta.
Al Corriere della Sera, Alfieri ha ricordato alcuni progetti a cui il Pontefice teneva molto. A gennaio gli aveva detto: “Dobbiamo occuparci degli embrioni abbandonati, sono vita, non possiamo lasciarli alla sperimentazione o disperderli. Sarebbe un omicidio”. Insieme al Ministero della Salute si stava studiando una possibile forma di adozione, ma il Papa è morto prima che la proposta potesse diventare realtà.
Altro intervento decisivo di Francesco fu nel 2021 per il salvataggio dell’ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina, poi diventato Gemelli Isola. Con due telefonate, una al cardinale Zuppi e l’altra al cavalier Del Vecchio, il Papa ottenne i fondi per evitare la cessione della struttura, in grave crisi economica. "È stata la provvidenza", disse. Alfieri racconta di aver assistito a un incontro commovente tra due anziani – il Papa e Del Vecchio – uniti dall’obiettivo di salvare un ospedale simbolo per Roma.
Il medico ha confermato la volontà di portare avanti il progetto sugli embrioni, se ci saranno le condizioni, in collaborazione con il ministro Schillaci e, si spera, con il Vaticano.
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