Curiosità e significato della soluzione Ebbene
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A Zacinto - originariamente conosciuto come Né più mai toccherò le sacre sponde, dal primo verso - è uno dei più celebri sonetti di Ugo Foscolo, scritto a Milano negli ultimi mesi del 1802 e nei primi del 1803.
Il componimento è dedicato all'isola del mar Ionio (Zacinto, più nota come Zante) dove Foscolo nacque, ed affronta il tema dell'esilio, da lui autoproclamato dopo la cessione della Repubblica di Venezia – che allora comprendeva Zante – da parte di Napoleone agli Austriaci, e della nostalgia della sua terra. Il poeta paragona la propria condizione a quella di Ulisse, che però fu più fortunato di lui in quanto riuscì a rimettere piede sulla sua amata Itaca, mentre Foscolo è condannato ad una "illacrimata sepoltura" (una sepoltura in una tomba su cui nessuno potrà venire a piangere) in terra straniera.
Italiano
Congiunzione
ebbene
- e quindi
- Hai fame, ebbene, andiamo a mangiare!
- si usa come interrogazione per ottenere una risposta, in tono polemico
- «Mi han detto che hai dato un pugno a un tuo compagno, Gabriel» «Ebbene»
Sillabazione
- eb | bé | ne
Pronuncia
IPA: /eb'bne/
Etimologia / Derivazione
da e bene
Citazione
Sinonimi
- dunque, orbene, pertanto
- allora
Parole derivate
- ebbè, embè, mbè
