Curiosità e significato della soluzione Gessare
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Tu scendi dalle stelle è un canto natalizio italiano, noto anche come Canzoncina a Gesù Bambino o semplicemente A Gesù Bambino.
Fu composto a Nola (prov. di Napoli) da Alfonso Maria de’ Liguori nel 1754, mentre era ospite della famiglia Zamparelli, e pubblicato a Napoli nel 1755 per i tipi dell’editore Benedetto Gessari, che ne inserì i versi nelle Operette Spirituali (Alfonso Maria de’ Liguori, Operette Spirituali, ed. VI, presso Benedetto Gessari, Napoli, 1755).
Della genesi del cantico parla il padre Celestino Berruti (1804-1872), nel libro Lo spirito di S. Alfonso Maria de Liguori (C. Berruti, Lo spirito di S. Alfonso Maria de Liguori [...], Napoli, Uffizio de' libri ascetici e predicabili, 1857, pp. 348-349).
Il libro è una continuazione dell'opera del padre Antonio Maria Tannoia ed egli lo scrisse raccogliendo il materiale lasciato dal primo biografo, per cui si può supporre che la notizia su Tu scendi dalle stelle l'abbia dedotta proprio da quegli appunti.
Ecco il testo del Berruti:
«Però curioso deve dirsi il conoscimento soprannaturale, che ebbe in una missione rapporto ad un sotterfugio di D. Michele Zambadelli, presso cui abitava coi suoi compagni. Il santo compose colà la sua canzone sul bambin Gesù, che incomincia: Tu scendi dalle stelle. D. Michele lo pregò, appena l'ebbe terminata, che gliela facesse copiare. Ma egli si negò dicendo, che non poteva permettergli ciò finché non si fosse stampata. Giunta l'ora della predica, Alfonso andò alla chiesa, e lasciando il suo scritto nella stanza. D. Michele confidentemente sel prese per copiare la canzoncina, e veramente fattane una copia se la pose in saccoccia. Or Alfonso in quella sera appunto cantò la detta canzoncina al popolo, perché correva il tempo del Natale di Gesù Cristo. Il sacerdote frattanto stava nel coro ad ascoltare. Quando all'improvviso il santo dimenticandosi alcuni versetti di detta sua canzoncina disse al chierico che l'assisteva: Chiamate subito D. Michele Zambadelli, il quale sta nel coro, e tiene in saccoccia lo scritto della mia canzoncina; ditegli che me la porti, per poterla proseguire. Arrossì D. Michele a questa intimazione; ma poiché osservò che il santo essendosi sovvenuto proseguiva la canzoncina, non vi andò; e neppure ardiva di presentarsi a lui la sera in casa. Ma il santo lo mandò a chiamare, e gli disse per ischerzo di voler fare seco lui un contraddittorio pel furto fattogli della canzoncina».
La notizia registrata da C. Berruti trova riscontro in una testimonianza manoscritta custodita presso l'Archivio Generale Redentorista (XXVII, 6). La testimonianza risale al 1784, anno in cui sant'Alfonso era ancora vivo, e viene riferita dal padre Michelangelo Corrado, che l'aveva ascoltata dal padre Pavone, di rientro da un soggiorno a Nola in casa di don Michele Zamparelli (il cognome nelle fonti a volte si legge "Zambadelli" altre "Zambarelli").
Esiste anche una tradizione cosiddetta "delicetana", secondo la quale sant'Alfonso compose il cantico nel dicembre 1744 durante un soggiorno nel Convento della Consolazione di Deliceto (provincia di Foggia), dove venne chiamato per fondare la terza casa dei Redentoristi. Qui sant'Alfonso sarebbe stato ispirato nella composizione dalla Grotta, situata sotto il convento, in cui era vissuto il beato Felice da Corsano. Tuttavia non esistono prove documentarie o archivistiche a supporto di questa testi, che rimane una pia tradizione locale.
In occasione del 270o anniversario della composizione del cantico (1754-2024) il vescovo di Nola Francesco Marino ha scritto un messaggio alla Diocesi: "Nell'umana divinità di Cristo, la divina umanità di ogni uomo".
Italiano
Voce verbale
gessi
- seconda persona singolare dell'indicativo presente di gessare
- prima persona singolare del congiuntivo presente di gessare
- seconda persona singolare del congiuntivo presente di gessare
- terza persona singolare del congiuntivo presente di gessare
- terza persona singolare dell'imperativo di gessare
Etimologia / Derivazione
vedi gessare