Curiosità e significato della soluzione Myricae

Scopri il significato e tutto quello che c'è da sapere sulla soluzione di 7 lettere che serve per completare i tuoi cruciverba. La soluzione Myricae è utile per risolvere le definizioni enigmistiche:

  1. Nota raccolta di poesie di Giovanni Pascoli

Myricae è una raccolta di poesie di Giovanni Pascoli, pubblicata in successive edizioni tra il 1891 e il 1911 (anno dell'edizione definitiva).

L'opera rappresenta l'ultimo esempio di poesia lirica "classica" prima della stagione delle Avanguardie poetiche del Novecento.

Il titolo della raccolta pascoliana deriva da una parte del secondo verso della IV Bucolica di Virgilio «(Non omnis) arbusta iuvant humilesque Myricae», cioè "(Non a tutti) piacciono gli arbusti e le umili tamerici". Questa frase è utilizzata dal Pascoli anche nell'epigrafe dei Canti di Castelvecchio e, in forma più completa (non omnis arbusta...) o insieme al verso precedente variamente "tagliato", come introduzione ad altre sue raccolte poetiche. Virgilio dice di elevare la sua poesia perché non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici. Ciò sta a significare che non a tutti piace una poesia semplice. Pascoli riprende questo verso per far intendere che la sua poesia è apparentemente semplice. Egli non usa solo analogie, ma troviamo una poesia fatta di oggetti (aratro, fiori, piccozza) in senso lato, di piccole cose. Per esempio la piccozza che riflette le stelle dell'universo.

Come accaduto per altre grandi raccolte, a cominciare dal Canzoniere di Petrarca, essa si estende per quasi tutto l'arco della produzione poetica dell'autore, così che la storia compositiva di Myricae si può dire coincida con lo sviluppo stesso della coscienza poetica di Pascoli. Per queste ragioni, l'identificazione di una unità strutturale della raccolta non può essere che il risultato di una interpretazione che prenda in considerazione, accanto alla lettura dei testi, gli eventi e le esperienze psicologiche che segnarono l'esistenza del poeta.

Italiano

Aggettivo

ferino m sing

  1. (biologia) (zoologia) che riguarda ogni animale al di fuori dell'uomo
  2. che è proprio di fiera, di belva, di animale selvatico
    • Resta che il viver zotico e ferino / corruzion si creda e non natura (Leopardi)
    • al ferino ululato / per terrore insanirono (Foscolo)
    • oh! che notte di tempesta, / piena d'un tremulo ululo ferino (Pascoli, Myricae, Il giorno dei morti)
  3. (per estensione) che esprime una natura, un carattere, un'indole, degli istinti, dei comportamenti e simili difficili o impossibili da addomesticare, talvolta incontrollabili e un aspetto selvatico e animalesco, non privo in taluni casi di una bellezza e fierezza spontanee, inconsapevoli, tali da incutere un rispetto frammisto a timore o a terrore vero e proprio; selvaggio ma anche feroce, perfino crudele
    • né temeva il ferino impeto orrendo, / ch'altrui spesso recò di morte lutto (Tasso, Rinaldo)
  4. (zoologia) denti ferini: vedi ferini

Sillabazione

fe | rì | no

Etimologia / Derivazione

dal latino ferinus a sua volta da fera, ovvero "fiera, bestia, belva"

Sinonimi

  • di fiera, di belva, animalesco
  • (per estensione) feroce, crudele, spietato, animalesco, bestiale, disumano, inumano, brutale, atroce, violento, aggressivo, selvaggio, barbaro, sanguinario, efferato

Contrari

  • (per estensione) buono, umano, mite

Parole derivate

  • ferinità

Termini correlati

  • belluino