Curiosità e significato della soluzione Nietzsche
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Friedrich Wilhelm Nietzsche (AFI: [ˈfʁiːtʁɪç ˈniːtʃə] oppure [ˈniʧe]; Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, filologo, scrittore e poeta tedesco.
Pensatore originale e innovativo, la sua produzione filosofica ha influenzato il mondo culturale occidentale dal ventesimo secolo in poi. La sua filosofia rappresenta una rottura nei confronti del passato e una conseguente apertura a nuovi modi di fare filosofia, caratterizzata anche dall'alternanza stilistica tra la prosa letteraria (vedasi per esempio Così parlò Zarathustra) e l'utilizzo degli aforismi.
La sua filosofia, vero e proprio spartiacque tra il pensiero del diciannovesimo secolo e quello del ventesimo, si ricalca sul canovaccio della critica alle fondamenta della cultura occidentale del suo tempo, tanto che Nietzsche è etichettato come un critico della cultura in toto.
Filologo di professione, in seguito allo scandalo accademico provocato dalla pubblicazione della sua prima, ambigua opera, La nascita della tragedia dallo spirito della musica (1872), Nietzsche decise di utilizzare lo stile iperbolico e altisonante come leitmotiv delle sue opere, le quali infatti si intrisero di una riflessione provocatoria e accattivante circa i temi della crisi spirituale dell'Europa.
La sua opera è poliedrica ed antisistematica, anche se si può fare un distinguo tra le sue opere iniziali, di stampo schopenhaueriano, e quelle più mature, improntate sulla sua indipendente riflessione; spaziando dalla metafisica all'etica, dall'epistemologia alla filosofia della religione, in particolare della fede cristiana, il filosofo oppone ai valori cristiani un superamento della morale e della metafisica cristiane e l'affermazione dell'individuo all'interno di un nuovo schema etico-sociale.
La sua breve carriera accademica fu marcata dalla critica che contro di lui condusse l'affermato filologo Wilamowitz, costringendo dunque Nietzsche a perenni viaggi motivati dal tentativo di tenere a bada la cagionevolissima salute del filosofo; la sua vita fu, tutt'al più, marcata da una lunga solitudine che lo accompagnò fino alla crisi del 1889.
Italiano
Verbo
Transitivo
depotenziare (vai alla coniugazione)
- rendere (qualcuno o qualcosa) meno potente, e dunque più debole; fare diminuire la forza di qualcuno o qualcosa, in senso letterale o figurato
- depotenziare un motore
- depotenziare un'emozione negativa
- depotenziare un settore economico, un'industria - diminuirne l'importanza, il valore economico
- il filosofo tedesco (Nietzsche) depotenzia l’arte, ma dopo averla potenziata; dopo averle riconosciuta tutta la realtà vivente dell’idea (Enrico Ruta introduzione a La nascita della tragedia di Friedrich Nietzsche)
Sillabazione
- de | po | ten | zià | re
Pronuncia
IPA: /depotenˈtsjare/
Etimologia / Derivazione
composto del prefisso de-, con funzione privativa, e di potenza; cfr. potenziare
Sinonimi
- (rendere meno potente, meno forte qualcuno o qualcosa) indebolire
Contrari
- potenziare
Parole derivate
- depotennziato
Traduzione
- Enrico Olivetti, Dizionario Italiano Olivetti edizione on line su www.dizionario-italiano.it, Olivetti Media Communication
- AA.VV., Vocabolario Treccani edizione online su treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana
- Aldo Gabrielli, Grande dizionario italiano edizione online su grandidizionari.it, Hoepli