Curiosità e significato della soluzione Scisma D Oriente
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Il Grande Scisma, così definito dagli Ortodossi e conosciuto dalla storiografia occidentale come Scisma d'Oriente, è l'evento che sancì la definitiva separazione tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa. Datato storicamente al 16 luglio 1054, pose fine al concetto di cristianità unita sotto un'unica sede apostolica. La causa fu lo sviluppo giurisdizionale che aveva avuto il primato del Vescovo di Roma, considerato non solo il vescovo della capitale imperiale ma anche il successore dell'apostolo Pietro. Tale titolo aveva infatti nel corso del Medioevo cessato di essere puramente onorifico, cioè limitato alla precedenza tra le allora cinque sedi apostoliche: Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme e Roma. Il ruolo politico assunto dal papato veniva rigettato dalla Chiesa Constantinopolitana, che relegava al proprio Basileus un ruolo sia politico sia spirituale, secondo la dottrina del cesaropapismo. Il Patriarcato di Constantinopoli era giunto a pretendere già dal 1000 una sostanziale parità con Roma, cosa ritenuta inaccettabile dal papato. Queste pretese erano coadiuvate dall'immagine che di sé aveva la Chiesa Orientale, considerata dagli ortodossi l'unica in grado di rappresentare una continuità con la Chiesa delle origini, poiché priva di cedimenti alle innovazioni, sia rituali sia teologiche, proposte dagli imbarbariti Latini. Le antipatie per l'Occidente erano poi alimentate sia dalla pretesa del titolo imperiale a partire da Carlo Magno sia dalla cessazione dell'Esarcato Bizantino al Papato sempre da parte di quest'ultimo.
Sebbene si indichi il 1054 come anno dello scisma, date le rispettive scomuniche di papa Leone IX e del potente patriarca Michele I Cerulario, fu in realtà il risultato di un lungo periodo di progressivo distanziamento fra le due Chiese.
Le divergenze si originarono sì sui riti e le usanze latine, ma riguardavano anche importanti questioni politiche, economiche e territoriali. Da una parte vi era l'ingombrante, ma necessaria, presenza di Veneziani e Genovesi nei territori bizantini, che nella loro litigiosa competizione per il predominio del commercio in Oriente portavano disagi nella popolazione locale. Dall'altra vi era tra i due Patriarcati una diatriba per la giurisdizione territoriale nella Penisola Balcanica e nel Meridione italiano. Sebbene queste terre erano passate da Roma a Costantinopoli con decreto del 730 di Leone l'Isaurico, erano ora in bilico, date le guerriglie dei Normanni a servizio dei principi locali in Italia.
Ciò premesso, si preferisce mettere alla base di tale scisma le due questioni religiose, tuttora irrisolte. La prima sull'autorità papale: il papa (ossia il vescovo di Roma e patriarca di tutto l'Occidente), ritenendosi investito del primato petrino su tutta la Chiesa per mandato di Cristo (da cui avrebbe ricevuto le "chiavi del Regno dei Cieli" e l'autorità di "pascerne gli agnelli" - cfr. i Vangeli di Matteo e Giovanni), lo intendeva come pieno potere giurisdizionale (secondo il linguaggio rabbinico conferire le chiavi a qualcuno significa investirlo di un'autorità), per cui reclamava sempre più la propria "naturale" autorità anche sugli altri patriarcati orientali, allora quattro (Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, che, con Roma, formavano la cosiddetta pentarchia), anche se nel frattempo ne erano sorti altri (nei regni Bulgaro e Serbo), benché non riconosciuti conciliarmente. Questi invece riconoscevano sì al Patriarca d'Occidente un primato, ma solo onorario, mentre la sua autorità effettiva riguardava solo i cristiani d'Occidente, tanto quanto quella di loro quattro riguardava i relativi Patriarcati. Quindi praticamente paritari, precedenze d'onore a parte. L'altra disputa verteva sulla questione trinitaria, cioè sulla processione delle tre Persone divine, vedendo l'aggiunta del Filioque nel Credo niceno, gradualmente avvenuta in ambito latino, comunque contraria al divieto di Efeso per modifiche o aggiunte.
A parte le altre faccende sopra indicate, meno significative per noi ma non per loro, fra cui talune variazioni di certi riti liturgici (uso del pane azzimo durante l'eucaristia, matrimonio dei preti, confermazione dei battezzati riservata soltanto al vescovo, ecc.). Ribadite poi da Gregorio VII. Anche se e soprattutto le ragioni erano politiche (alleanza papale con Franchi e Normanni), per le rivendicazioni conflittuali di giurisdizione (nel sud Italia e nei Balcani dell'area slava), sempre meno militarmente sostenibili dall'autorità imperiale.
La Chiesa si divise così sulle linee dottrinali e teologiche, oltre a quelle linguistiche, politiche e geografiche, nonostante i tentativi vari per superarle. Dopo la cacciata dei bizantini dall'Italia (caduta del Catapanato di Bari nel 1071), grazie all'alleanza di papa Nicolò II con i Normanni dopo il concilio di Melfi del 1059, la frattura politica si approfondì e non si è più potuta rinsaldare. Si ebbero in effetti due formali riunioni dell'Oriente con Roma, nel 1274 (nel Secondo Concilio di Lione) e nel 1439 (nel Concilio di Firenze), con l'unione proclamata a Costantinopoli nel 1452. Ma in entrambi i casi, fallito lo scopo, le riconciliazioni tra Roma e l'Oriente furono poi disconosciute da fedeli e da monaci di Costantinopoli. Gli ulteriori tentativi di riconciliare le Chiese orientali e quella di Roma fallirono, specie per la cattività ottomana di oltre tre secoli, anche se alcune comunità ecclesiastiche già ortodosse nel corso dei secoli cambiarono giurisdizione, riconoscendo l'autorità papale e diventando cattoliche. Cosa resa possibile dal Concilio di Firenze (1438-39). Tali comunità, chiamate Uniati (termine spregiativo con cui gli ortodossi indicano quelli di loro sottomessi a Roma accettandone il primato giurisdizionale, mantenendo però il proprio rito), sono ora rimaste tali come Chiese cattoliche di rito orientale.
Sebbene la maggioranza delle fonti pongano come anno decisivo il 1054, altri fanno risalire lo Scisma ad anni ed eventi diversi, specie al 1204, anno del Sacco di Costantinopoli a opera dei Veneziani (già inveleniti dai massacri dei latini del 1182); che, per rifarsi dei debiti con loro contratti ma poi elusi dalla Corona, occuparono Costantinopoli grazie ai Crociati latini, trasportati dalla loro flotta ma deviati dalla loro giusta meta in Terrasanta. Anzi colonizzarono l'impero per quasi 60 anni, suddividendolo in feudi crociati. Finché, grazie ai Genovesi, l'impero venne ripreso dai principi bizantini, quasi pacificamente, ma con grande risentimento.
Scarsa importanza ha il sinodo di Costantinopoli del 1484, dopo la conquista turca, anno in cui la Chiesa di Costantinopoli rigettò formalmente il Concilio di Firenze. Per motivi procedurali, fomentati dalla nuova dinastia ottomana (in quanto i capi spirituali che vi presero parte, non erano liberi e avrebbero oltrepassato la propria autorità, senza ottenere concessioni da parte latina sulle "prassi" controverse affermatesi in Occidente). Ma anche per evitare di essere confusi coi cattolici europei, contro i cui stati proseguivano le guerre. Il sinodo fu indetto da Simeone I, patriarca simoniaco di Costantinopoli su insistenza del Sultano, che l'aveva nominato.
Il dato di fatto è che tuttora, caduto anche l'Impero Ottomano, la Chiesa cattolica occidentale e la Chiesa ortodossa orientale rimangono separate, anche se entrambe continuano a definirsi una, santa, cattolica e apostolica (in ossequio al Credo niceno-costantinopolitano) e a rivendicare la propria "ortodossia" (certamente unica, non però le Chiese), dando a intendere che, con lo scisma, sia stata l'altra parte ad aver lasciato la Chiesa d'origine. Mentre pure l'autorità del Patriarca risulta molto ridimensionata in favore delle varie Chiese nazionali, divenute tutte autocefale, praticamente indipendenti, con la formazione degli Stati nazionali.
Scisma D Oriente da wikipedia.